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Putin "ha passato ore a vedere il video dell'uccisione di Gheddafi: perché ne è ossessionato"

Ivan Krastev, politologo bulgaro: "Putin passa ore a guardare il video della fine del leader libico"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Chi è veramente Putin? Perché ha scatenato una guerra in stile novecentesco contro l’Ucraina? E perché l’Occidente ha creduto che un tale scenario non avrebbe potuto verificarsi finché bombe e missili non hanno cominciato a piovere provocando devastazione? Davvero lo “Zar” è ossessionato dal video dell’uccisione di GheddafiIvan Krastev, politologo bulgaro tra i più influenti d’Europa, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha offerto un punto di vista molto originale del “Putin-pensiero”, analizzando le cause profonde che hanno condotto il presidente russo a invadere il paese governato da Zelensky.

“C’è un’incoerenza fra quel che pensiamo e quel che facciamo noi europei – rileva Krastev -. Cerchiamo sempre di normalizzare ciò di cui ci occupiamo. Ora abbiamo questo oltraggio morale, crediamo che Putin abbia perso il senso della realtà, ma siamo convinti che la nostra realtà sia quella vera e quella di Putin sia marginale, deformata. E così lasciamo sempre alla storia il compito di sconfiggere i nostri nemici, non ce lo assumiamo mai noi”.

Quando gli si fa notare che in un paese come l’Italia circa il 55% della popolazione è contrario a spedire armi all’Ucraina, il politologo non si stupisce. Anzi sottolinea che si aspettava “qualcosa del genere”, anche se “non così rapidamente”. “Siamo scandalizzati, non ci piace Putin, ma poi non vogliamo cambiare un granché – sottolinea -. Questo è il modello della reazione europea a ogni crisi. C’è l’oltraggio, ma poi si cerca di preservare il mondo come lo conosciamo il più possibile”.

Lo studioso riflette anche sulla mutevolezza del quadro politico mondiale e dei leader chiamati a prendere decisioni cruciali. Da un lato afferma che il conflitto ha rinsaldato il legame tra gli Usa e gli europei, dall’altro invita a domandarsi cosa potrà accadere nel 2024: “Come sarebbe questa crisi con Donald Trump alla Casa Bianca? A scuola in Bulgaria quando ero giovane avevamo le tipiche discussioni marxiste sul ruolo delle personalità nella storia. Noi ora in Europa parliamo sempre di ragioni strutturali, ma improvvisamente vediamo in molti luoghi il fattore personale”.

Krastev: “Putin è chiaro che si identifica con Gheddafi”

“Per capire un regime – aggiunge – devi capire come funziona una persona: le sue motivazioni, le sue paure. E qui c’è una cosa che davvero mi rende nervoso”. Krastev a questo punto spiega che è noto che “Putin ha passato ore a guardare e riguardare gli ultimi minuti di vita di Gheddafi. Quel video in cui veniva preso e messo a morte. Ci dice qualcosa del suo umore apocalittico. È chiaro che si identifica con Gheddafi”.

Secondo il politologo, l’Occidente trascura un dettaglio importante, finendo a parlare di quel che accadde nel 2011 in Libia, quando il presidente degli Usa era Obama, il quale “riuscì a convincere Mosca a sostenere l’operazione in Libia, dicendo che era solo una No-fly zone e che non si puntava al cambio di regime. Poi è andata com’è andata. E Putin ha finito per convincersi che, qualsiasi cosa facesse, l’Occidente vuole sempre il cambio di regime”.

Putin e l’ossessione di ripristinare la Russia storica

Il politologo bulgaro offre un’analisi interessante su un altro fattore ritenuto da diversi esperti di geopolitica cruciale per l’inizio della guerra. In tanti hanno sostenuto che Putin si sia imbizzarrito temendo di ritrovarsi la Nato sotto casa. Secondo Krastev, però, l’azione dello “Zar” contro Kiev avrebbe comunque potuto essere tentata al di là di tutto e tutti.

“Legga il suo saggio del 2021 su Russia e Ucraina che sono “un solo popolo” – è l’invito di Krastev -. Non parla della Nato, né delle legittime preoccupazioni di sicurezza della Russia. Quel saggio è il progetto di restaurare la Russia storica. Non ha niente a che fare con l’espansione della Nato, ha moltissimo a che fare con la disintegrazione dell’Unione Sovietica e il desiderio di Putin di riscrivere il passato”.

Il politologo ritiene che Putin, come qualsiasi dittatore, abbia dato vita a un sistema elaborato su di sé: “Non riesce a immaginare una Russia dopo di lui. Sente che deve fare tutto finché è ancora al potere, finché è ancora vivo e lucido. Di qui la scelta del momento e l’intensità della guerra”.

Vladimir Putin, presidente della Russia

” Putin è un politico messianico. Non era così, ma ora sì. Non riesce a fermarsi, perché lui non ragiona in termini di materie prime o di regimi politici. Pensa in termini di missione storica”, ha concluso Krastev.

Fonte foto: ANSA
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