Pistoia, maresciallo della Guardia di Finanza si suicida in caserma: i motivi del gesto estremo
Un finanziere di 50 anni in servizio a Pistoia si è suicidato: i dettagli del caso e i motivi del gesto estremo
Tragedia a Pistoia nella mattinata di domenica 28 agosto: in via dell’Annona, nella caserma della Guardia di Finanza della città toscana, un maresciallo di 50 anni, B.P., si è suicidato, sparandosi un colpo di pistola con l’arma di ordinanza in suo possesso.
- L'allarme poco prima delle 7
- La lettera lasciata ai familiari
- Le analogie tra l'episodio di Pistoia e quello di Pesaro
L’allarme poco prima delle 7
Secondo quanto riferisce il quotidiano la Nazione, l’allarme è scattato poco prima delle 7, quando il finanziere aveva da poco concluso il suo turno.
Immediati i soccorsi del personale della Misericordia di Pistoia e di Agliana, insieme al 118. Purtroppo, per l’agente non c’è stato nulla da fare.
La lettera lasciata ai familiari
Prima di compiere il gesto estremo, come emerso da una prima sommaria ricostruzione, il 50enne avrebbe lasciato una lettera, spiegando le motivazioni che lo avrebbero spinto a togliersi la vita.
La decisione del suicidio troverebbe origine in motivi legati a “vicende lavorative”.
Le analogie tra l’episodio di Pistoia e quello di Pesaro
Un episodio simile si è verificato a Pesaro lo scorso aprile: protagonista Andrea Giommi, appuntato dei carabinieri, anche lui 50enne. L’uomo, sposato e con due figli, entrò nella caserma in cui da poco stava prestando servizio, quella di Borgo Santa Maria, e si suicidò. Stessa dinamica del caso di Pistoia: anche Giommi si sparò con la pistola di ordinanza.