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Al Fisco l'accesso diretto ai conti correnti: chi rischia il pignoramento e cosa può cambiare con la Manovra

Novità dalla Manovra: il fisco avrà accesso diretto ai conti correnti dei contribuenti debitori prima del pignoramento

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Dalla bozza della Manovra varata negli ultimi giorni dal Governo Meloni emerge una novità: il fisco avrà accesso diretto ai conti correnti dei contribuenti debitori, per verificarne la disponibilità, prima di effettuare un pignoramento. La norma prevede infatti che – prima che si proceda al pignoramento dei conti scoperti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari – l’agente della riscossione possa, in fase stragiudiziale, accedere con “collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti” sui conti.

La consultazione dei conti correnti da parte del Fisco

La novità riguarda il pignoramento dei conti scoperti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari.

Come già detto, l’agente della riscossione potrà, nella fase stragiudiziale (che si svolge al di fuori del tribunale senza l’intervento del giudice) accedere con “collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti” sui conti.

Giorgia Meloni,  Matteo Salvini e Antonio Tajani durante una conferenza stampa sulla Manovra

A questo punto, se dovessero emergere “crediti del debitore” nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, l’agente redigerà e notificherà “telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento“.

“La notifica dell’ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, con le modalità stabilite”, non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo.

Soluzioni tecniche e “specifiche modalità informatiche”

Le soluzioni tecniche per l’accesso alle informazioni, si precisa nella norma, sono definite con un decreto del Ministero dell’Economia.

Il tutto, solo una volta sentite l’Associazione bancaria italiana, Poste italiane e l’Associazione italiana dei prestatori servizi di pagamento.

A questi si aggiunge anche l’obbligo di sentire il Garante per la protezione dei dati personali, anche ai fini dell’adozione, si precisa, di “idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo”.

Il Mef avrà anche il compito di elaborare la definizione delle “specifiche modalità informatiche“.

Attraverso queste ultime, andrà redatto e notificato telematicamente l’ordine di pagamento.

Fonte foto: ANSA

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