Perché la Bce ha lasciato i tassi al 4,5% dopo 10 aumenti consecutivi: l'annuncio della Banca centrale europea
La Bce decide di non aumentare i tassi dopo 10 rialzi consecutivi: ci vorrà però ancora tempo prima che tornino a scendere
Dopo 10 rialzi consecutivi, i tassi non salgono. La Bce ha lasciato invariato il costo del denaro per la prima volta dopo mesi, grazie ai risultati dell’inflazione in Europa. La presidente Lagarde avvisa però che ci vorrà ancora tempo prima che tornino a scendere.
La decisione della Bce sui tassi
Al termine della riunione tenuta ad Atene la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha annunciato che il costo del denaro nei Paesi che adottano l’euro rimarrà invariato rispetto a quello dei mesi scorsi.
I tassi resteranno quindi fissati al 4,5%, con i depositi al 4% e i prestiti marginali al 4,75%. Il motivo della decisione è che l’inflazione sta lentamente tornando sotto controllo e non ci sarà bisogno per ora di ulteriori rialzi.
È un segnale che i precedenti aumenti, 10 di fila, stanno iniziando a funzionare. La Bce ha quindi seguito l’atteggiamento della Fed, la banca centrale americana, che la scorsa settimana ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse.
Inflazione e andamento dell’economia
Nel suo discorso, Lagarde ha anche informato che l’economia rimane debole. Sia la produzione di beni che i servizi sono in calo, principalmente a causa della domanda, anch’essa in costante riduzione.
Questo dato però non è un effetto collaterale delle decisioni della Bce, ma una parte dei suoi obiettivi. La riduzione dell’inflazione tramite l’aumento dei tassi di interesse si concretizza proprio nel rallentamento dell’economia.
Una minore domanda, dovuta anche alla minor disponibilità di soldi che i tassi al 4% creano, comporta una minore produzione ma allo stesso tempo rallenta l’aumento dei prezzi. L’inflazione in Europa è infatti calata a settembre al 4,3%.
I tassi non scenderanno
Nonostante questo però, come ha avvisato la stessa presidente della Bce, i tassi non torneranno a scendere a breve. Il dato sull’inflazione è infatti ancora troppo alto e una riduzione dei tassi potrebbe riportarlo a crescere.
Secondo le principali teorie economiche, un’economia in salute dovrebbe puntare a mantenere un’inflazione attorno al 2% annuo. Questo dato sarebbe sintomo di una crescita “sana”, che non erode il potere d’acquisto dei consumatori.