Perché i migranti trasferiti in Albania dovranno tornare in Italia: le motivazioni dei giudici, ira FdI-Lega
I migranti trasferiti in Albania non possono restare e saranno riportati in Italia. Lo ha deciso il Tribunale di Roma, il motivo e le reazioni
I migranti trasferiti in Albania dovranno tornare in Italia. Lo hanno stabilito i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che non hanno convalidato i loro trattenimenti e hanno disposto che vengano dunque riportati nel nostro Paese. Partiranno già nella giornata di sabato 19 ottobre dall’Albania e approderanno a Bari, da qui poi potrebbero essere portati in un centro per richiedenti asilo. Il provvedimento ha scatenato l’ira di Fratelli d’Italia e della Lega che hanno reagito in modo veemente.
- Il Tribunale di Roma si esprime sui migranti in Albania
- Perché i richiedenti asilo non possono restare in Albania
- Cosa succederà ora ai 12 migranti
- Le reazioni
Il Tribunale di Roma si esprime sui migranti in Albania
Tali migranti si trovano all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio in Albania ma dovranno lasciarlo per tornare in Italia dopo la decisione del Tribunale. Le procedure che riguardano la loro detenzione amministrativa e le loro richieste di protezione internazionale – si ricorda – sono di competenza delle autorità italiane. Per ogni migrante che arriva in Albania infatti la questura di Roma emette un decreto di trattenimento che deve essere convalidato o meno dalla sezione del tribunale civile di Roma competente sull’immigrazione.
In questo caso la convalida non è avvenuta per le 12 persone portate a Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana che facevano parte del primo gruppo di 16 uomini (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall’Egitto) arrivati nei centri albanesi. Già negli scorsi giorni quattro di loro erano stati rimandati in Italia perché non rientravano nei requisiti.
Perché i richiedenti asilo non possono restare in Albania
Il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania non è avvenuto per ragioni strutturali legate al percorso di accoglienza in Albania. La mancata convalida si lega a una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che riguarda la questione dei “paesi sicuri”. In Albania infatti possono arrivare solo i migranti che provengono dai suddetti “paesi sicuri” e quelli non vulnerabili, quindi non donne, bambini, né persone in evidenti condizioni di fragilità.
La concezione di paese sicuro è però controversa: diverse nazioni che l’Italia considera sicure infatti non hanno ordinamenti democratici né rispettano i diritti umani. Anzi, quasi nessuno dei 22 paesi che fanno parte della lista stilata dal governo italiano rispetta questi due criteri, così come proprio Bangladesh ed Egitto, i paesi di origine dei 12 migranti.
Per essere considerato sicuro un paese deve esserlo per tutti quelli che ci vivono e in tutto il suo territorio e quindi per tutte le categorie di individui, nessuna esclusa, che in esso si trovino al riparo da discriminazioni.
Cosa succederà ora ai 12 migranti
Il destino dei 12 richiedenti asilo è dunque segnato: non possono rimanere nelle strutture e non possono neanche essere lasciati liberi in Albania. Saranno quindi riportati in Italia sabato 19 ottobre. Partiranno dall’Albania su una nave della Marina militare e approderanno a Bari prima di essere spostati in un centro per richiedenti asilo.
La loro richiesta di asilo è già stata respinta ma godono – entro 14 giorni – della possibilità di fare ricorso e possono quindi chiedere nuovamente che gli venga riconosciuto questo status.
Il no arrivato dal tribunale di Roma segna una svolta in questa vicenda e rende di fatto complicati nuovi trasferimenti. L’intero piano albanese previsto dal governo che aveva ipotizzato una spesa in cinque anni di oltre 600 milioni potrebbe dunque crollare su sé stesso.
Le reazioni
Le reazioni sono state veementi sia dalla destra che dalla sinistra, ovviamente con concetti opposti. “Sono rimasto molto stupito, ma non voglio commentare la notizia perché lo stupore supera ogni commento” ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa. “I giudici pro immigrati si candidino alle elezioni ma sappiano che non ci faremo intimidire”, si legge invece in una nota della Lega.
“Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania. Avete capito bene alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata”, ha scritto la premier Giorgia Meloni.
“Noi l’avevamo detto, non perché siamo veggenti ma perché leggiamo le leggi. Mi rivolgo al governo e alla presidente Meloni: fermatevi, tornate indietro come siete costretti a riportare indietro persone ignobilmente deportate in Albania. Vergogna! Altro che modello: l’accordo fatto con l’Albania è un accordo fuorilegge, un accordo che viola il diritto internazionale. L’intero meccanismo non sta in piedi. Si tratta di 800 milioni buttati che potevano essere usati per la sanità. Si configura un danno erariale”, ha detto la leader del Pd, Elly Schlein.