Per l'autopsia Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate: colpi anche alla schiena, ma non al feto
L’autopsia ha confermato l’efferatezza del delitto commesso da Alessandro Impagnatiello. 37 le coltellate inferte, ma nessuna di queste al ventre
I primi risultati condivisi dell’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la giovane uccisa dall’ex compagno, non lasciano dubbi sull’efferatezza del delitto: almeno 37 coltellate, tutte quasi esclusivamente portate alla parte superiore del corpo della ragazza. Nessun colpo al ventre, con il feto che sembrerebbe non essere stato raggiunto dalle coltellate.
I risultati dell’autopsia
È terminata l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la donna uccisa a Senago (Milano), mentre era al settimo mese di gravidanza, dal fidanzato reo confesso Alessandro Impagnatiello. L’esame è stato eseguito oggi, venerdì 9 giugno, dal professor Andrea Gentilomo all’istituto di medicina legale di Milano e alla quale hanno preso parte anche gli specialisti intervenuti per gli accertamenti tossicologici ed entomologici.
Uno dei primi risultati evidenziati dall’autopsia è che non ci sono segni di lesioni difensive, come se la ragazza non abbia neanche provato a difendersi dal suo omicida. Secondo l’esame autoptico, il 30enne ex compagno di Giulia Tramontano avrebbe ucciso la donna con almeno 37 coltellate, delle quali due letali portate al collo: un che ha reciso la carotide, l’altra che ha raggiunto l’arteria succlavia.
I colpi inferti sul corpo di Giulia sono stati portati quasi tutti alla parte alta del corpo, colpendo sia il volto, nell’area intorno un sopracciglio, sia un polmone, che è stato perforato. Altre due sono state inferte alla schiena, anche se non è ancora possibile stabilire se la 29enne sia stata aggredita alle spalle.
Nessun colpo al feto
Nessuna coltellata è invece stata sferrata al ventre della giovane, nel quale stava crescendo quello sarebbe stato il futuro figlio della coppia, per il quale era già stato deciso il nome: Thiago.
E come ha spiegato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima, presente all’istituto di medicina legale insieme al padre di Giulia e a un altro familiare, la posizione di Impagniatiello potrebbe cambiare giuridicamente nel caso in cui venisse confermato che a Giulia fosse iniziato il travaglio.
“Non sappiamo se sotto lo stress dell’azione omicidiaria ci possa essere stato un impulso di incremento, per esempio dell’ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione” ha spiegato l’avvocato, che ha poi chiarito che servirà comunque ancora qualche giorno per avere certezze su questo aspetto.
I dubbi sull’ora del decesso
Un altro aspetto che necessita di ulteriori approfondimenti per essere chiarito è quello relativo l’ora della morte di Giulia Tramontano. I tentativi dell’omicida di bruciare il corpo infatti hanno alterato i tessuti, cancellando di fatte le macchie ipostatiche.
In ogni caso, sia il numero dei colpi inferti che i tentativi di bruciare il corpo (bisognerà anche confermare che Giulia fosse effettivamente morta al momento), rafforzano l’ipotesi dell’aggravante della crudeltà, al momento non riconosciuta dal gip, con la Procura che ha già contestato nella richiesta di custodia cautelare anche la premeditazione.
Tutte le domande attualmente senza risposta verranno probabilmente chiarite nei prossimi giorni, con gli esiti degli esami tossicologici, quelli sul feto e le conseguenti relazioni finali che verranno stilate da una squadra di medici legali e specialisti.