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Parla la madre del neonato abbandonato a Taranto: le motivazioni della decisione spiegate al pm

La giovane mamma che ha abbandonato il figlio appena nato è stata interrogata: cosa è emerso

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

La mamma 24enne georgiana, che sabato 12 agosto ha lasciato il suo neonato nei pressi di un cassonetto della spazzatura in una strada del centro di Taranto, ha risposto all’interrogatorio effettuato dal pm della Procura. La donna è assistita dall’avvocato Francesco Zinzi.

La giovane mamma: “Ho avuto un momento di sbandamento”

La giovane è ora indagata per abbandono di minore dalla procura dei minori e per tentato omicidio. L’interrogatorio, durato circa due ore, si è svolto in ospedale, nel giorno stesso in cui ha abbandonato il bimbo.

La 24enne, come riferito dal Corriere della Sera, è apparsa piuttosto confusa e ha dato risposte contradditorie sui rapporti personali e su chi potesse essere il padre del neonato.

“Un momento di sbandamento e di disorientamento provocato dalla paura di perdere il lavoro come badante a Taranto”, ha spiegato agli inquirenti a proposito della scelta di abbandonare il bambino.

Il viaggio della 24enne: dalla Georgia a Taranto

La giovane madre è una donna divorziata. Dalla Georgia è partita in bus per Istanbul. Dalla città turca, in aereo, ha raggiunto Budapest per poi atterrare a Bari e infine raggiungere Taranto. Da circa un mese lavorava come badante, dimorando nell’appartamento dell’anziana signora assistita.

Da quanto emerso, ha spiegato di non aver mai pensato di abortire e che voleva tenere con sé il bimbo, partorito nel bagno di casa. Da sola ha tagliato il cordone ombelicale, usando delle forbici da cucina. Poi la scelta di abbandonare il neonato in una borsa di tela, non prima di averlo nutrito, lavato, coperto e profumato.

Secondo la legge, la 24enne ha dieci giorni di tempo per decidere se fare marcia indietro e riconoscere il piccolo, chiamato Lorenzo dal personale dell’ospedale Santissima Annunziata dov’è ancora ricoverato e sotto controllo, oppure rinunciarvi in via definitiva.

In tal caso il tribunale dei minori comincerà a mettere in moto le procedure per il pre-affidamento, così da consentire al bimbo di essere adottato.

Resta da capire come si concluderà la vicenda. Anche se la donna volesse tenere il bambino, ci saranno ostacoli di non poco conto da superare, visti i gravi capi d’accusa per cui è ora indagata.

Il sostegno dell’ambasciata georgiana

La vicenda ha avuto una vasta eco anche in Georgia, con l’ambasciata in Italia che, secondo l’agenzia Agi, si sta interessando al caso per verificare la possibilità di dare sostegno alla connazionale.

La 24enne avrebbe spiegato di non sapere che la legge italiana permette di partorire in anonimato e che all’ospedale di Taranto c’è la “culla della vita”, dedicata alle madri che scelgono di non tenere i figli.

Fonte foto: ANSA

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