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Omicidio Pierina Paganelli, il video dell'urlo di Louis Dassilva in questura: le ipotesi degli inquirenti

Spunta il video dell'urlo di Dassilva in questura dopo l'omicidio di Pierina Paganelli: le ipotesi degli inquirenti, il passato da soldato e la Libia

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

L’11 ottobre 2023, pochi giorni dopo l’omicidio di Pieria Paganelli a Rimini, Louis Dassilva e sua moglie Valeria Bartolucci si trovano in questura. La donna viene interrogata in uno degli uffici della squadra mobile e suo marito è seduto nella sala d’attesa. Il metalmeccanico 34enne ha tra le mani un vecchio telefono, sprovvisto di una connessione dati. Improvvisamente Louis Dassilva si lascia andare in un "urlo silenzioso" – così viene descritto dai media – e si piega in avanti, coprendosi il volto con le mani.

L’urlo di Louis Dassilva in questura

Il filmato è stato mandato in onda in esclusiva da Mattino Cinque e riproposto a Quarto Grado venerdì 18 ottobre. In quei giorni le indagini sul delitto di via del Ciclamino sono appena iniziate e gli inquirenti sono al lavoro per raccogliere le prime informazioni dai residenti della palazzina e dai parenti della vittima.

L’urlo di Louis Dassilva, seppure senza una traccia audio, si presenta lungo e sofferto. In quei giorni il 34enne non è ancora indagato, e la sua relazione clandestina con Manuela Bianchi non è ancora entrata nelle trame della vicenda.

Perché quella reazione mentre sua moglie viene interrogata? Come commentano a Quarto Grado, gli inquirenti avrebbero interpretato quello sfogo come la manifestazione di rabbia di un assassino, una reazione alla stretta degli investigatori che diversi mesi dopo, il 16 luglio 2024, lo arresteranno.

I media aggiungono che l’urlo potrebbe essere espressione della paura che la sua relazione con Manuela Bianchi venga allo scoperto. L’attenzione mediatica sul caso è già alta, quindi il tradimento potrebbe finire sotto l’occhio dell’opinione pubblica, sotto i riflettori della stampa e sotto l’attenzione degli stessi inquirenti. In effetti, così è stato.

Da militare in Senegal a prigioniero in Libia

Il 19 settembre 2024 Il Resto del Carlino ha riportato le parole usate dalla Procura di Rimini per convincere il Tribunale del Riesame della presunta pericolosità di Louis Dassilva.

Secondo il pm Daniele Paci, che ha firmato la memoria di cui sopra, il 34enne sarebbe un soggetto "dall’indole violenta, insensibile al rispetto dell’altrui integrità fisica". Personalità, questa, che sarebbe maturata nei trascorsi traumatici del metalmeccanico. Dal 2012 al 2013, quando aveva poco più di 20 anni, Dassilva ha prestato servizio presso la Gendarmeria del Senegal.

Ma se da un lato ha servizio il Paese, dall’altra è stato vittima di violenza nel carcere di Saba, in Libia, dove sarebbe stato rapito e imprigionato. Agli investigatori ha raccontato che in quelle prigioni sarebbe stato vessato "con le cinghie, con i bastoni, con il calcio del fucile".

La sviluppata "capacità per uccidere", secondo la Procura

E a queste violenze subite, per definire il profilo del 34enne la Procura aggiunge proprio l’addestramento che Dassilva avrebbe seguito nel periodo della Gendarmeria.

Lo ha ricordato la stessa moglie Bartolucci pochi giorni dopo l’arresto del marito, quando ha riferito che da militare avrebbe imparato ad uccidere una persona "senza che questa versi neanche una goccia di sangue". Una preparazione "eccezionale", secondo il pm Daniele Paci.

Fonte foto: ANSA

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