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CRONACA NERA

Omicidio Giulia Tramontano, trovato del veleno per topi a casa di Impagnatiello: i nuovi sospetti

Forse Alessandro Impagnatiello stava architettando da tempo di uccidere Giulia Tramontano, e con altri mezzi

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Vanno avanti le indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano a Senago. Diversi gli aspetti ancora da chiarire, nelle ultime ore sono emersi poi degli elementi che potrebbero far pensare che forse Alessandro Impagnatiello, il barman reo confesso, stava architettando da tempo di uccidere la ragazza.

Veleno per topi a casa di Impagnatiello

Nell’interrogatorio davanti al gip, Impagnatiello ha messo a verbale di aver deciso di uccidere Giulia la sera stessa dell’omicidio. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera però, gli inquirenti che indagano sul delitto avrebbero trovato degli elementi che potrebbero far pensare alla premeditazione.

Stando agli ultimi accertamenti dei carabinieri, è emerso che il 30enne, un paio di settimane prima del delitto, avrebbe cercato su internet gli effetti sugli esseri umani del veleno per topi. Una confezione di veleno per topi è stata effettivamente trovata e sequestrata martedì nell’abitazione dove viveva la coppia.

Forse quindi Impagnatiello meditava da tempo di uccidere Giulia Tramontano. Si tratta ovviamente di una ipotesi ancora tutta da accertare, ma che porterebbe chiaramente all’aggravante della premeditazione, che per ora non è stata contestata al barman.

La testimonianza di un barista

Agli atti dell’indagine ci sarebbe anche la testimonianza del titolare di un bar a poche decine di metri dal luogo dove è stato ritrovato il cadavere di Giulia Tramontano.

Il barista avrebbe raccontato agli investigatori che martedì Impagnatiello, assieme alla madre, gli aveva chiesto se ci fossero delle telecamere all’esterno del locale.

I rilievi nell’appartamento

Questi sono alcuni degli elementi che sono emersi al termine della giornata di martedì 6 giugno, quando i carabinieri con gli specialisti della scientifica sono tornati nell’appartamento di via Novella a Senago dove vivevano vittima e carnefice. Presenti anche i magistrati, i legali della famiglia Tramontano e il nuovo avvocato di Impagnatiello.

Gli investigatori hanno passato al setaccio per oltre 7 ore l’abitazione, compresi il garage e la cantina, dove il 30enne ha confessato di aver nascosto il corpo della ragazza prima di gettarlo dietro a dei box a qualche centinaio di metri di distanza.

Da quanto emerso, nell’appartamento sono state trovate numerose tracce di sangue, in particolare nella zona tra la cucina e il soggiorno, dove il barman ha raccontato di aver colpito la compagna, e diversi segni di trascinamento del corpo.

 I carabinieri durante i rilievi nell’appartamento di Senago

Gli oggetti trovati in casa

Diversi gli oggetti che gli inquirenti hanno sequestrato all’interno dell’appartamento, a partire dal ceppo di coltelli nel quale Alessandro Impagnatiello ha rimesso l’arma del delitto dopo averla lavata: un coltello dalla lama di 6 centimetri.

Tra i reperti raccolti, come detto, una confezione di veleno per topi, una bottiglia di benzina quasi vuota e un rotolo di pellicola trasparente da cucina, simile a quella usata per avvolgere il cadavere della vittima.

Manca invece ancora all’appello il telefono di Giulia Tramontano, ritenuto molto importante per ricostruire gli ultimi giorni prima del delitto.

Fonte foto: ANSA

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