Omicidio Angelo Vassallo, perché il fratello Dario ha sempre sospettato del colonnello Fabio Cagnazzo
Il carabiniere Fabio Cagnazzo è fra i quattro arrestati per l'omicidio Angelo Vassallo, sindaco di Pollica ucciso nel 2010. Il fratello della vittima spiega perché ha sempre sospettato del militare
Dopo 14 anni Angelo Vassallo ha avuto giustizia: sono quattro gli arresti per l’omicidio del sindaco di Pollica (Salerno) avvenuto il 5 settembre 2010. Vassallo venne freddato alla soglia dei 57 anni dopo essersi speso nel contrasto alla diffusione della droga. Dario Vassallo, fratello della vittima, ha sempre sospettato del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, uno degli arrestati.
- Gli arresti per l'omicidio di Angelo Vassallo
- I sospetti del fratello su Cagnazzo
- Invocato l'invio di ispettori
Gli arresti per l’omicidio di Angelo Vassallo
I militari del Ros di Roma hanno eseguito quattro arresti: oltre a Cagnazzo, sono finiti in manette l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso (affiliato al clan di Scafati Loreto-Ridosso) e l’imprenditore Giuseppe Cipriano.
Secondo i pm, Vassallo aveva confidato all’allora procuratore capo di Vallo della Lucania Alfredo Greco di avere dei sospetti su un traffico di droga che coinvolgeva la camorra e uomini dei carabinieri. L’allora sindaco di Pollica venne assassinato prima che potesse formalizzare la sua denuncia.
Fabio Cagnazzo e Angelo Vassallo.
Secondo le accuse, Cagnazzo si sarebbe prodigato in attività di depistaggio sulle indagini per la morte di Vassallo. Dario Vassallo non ha mai smesso di cercare la verità sulla morte del fratello.
Dalle sue indagini parallele è nato il libro “La verità negata: chi ha ucciso Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore”, scritto a quattro mani insieme al giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo.
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I sospetti del fratello su Cagnazzo
“Quando arrivai sul luogo dell’omicidio trovai 17 persone intorno all’auto, la scena del delitto totalmente inquinata, nemmeno un lenzuolo sulla salma di Angelo, un nastro bianco e rosso svolazzante, un’auto che saliva e scendeva, la presenza di Cagnazzo in felpa rosa e cappuccio nero che riceveva un buffetto dal pm intervenuto. Il linguaggio dei gesti era chiaro, tutti segnali di quel che era accaduto”, racconta Dario Vassallo al Fatto Quotidiano.
Cagnazzo “l’ho visto lì – prosegue il fratello della vittima – e ho visto scene da film: una confusione indescrivibile. Era l’inizio del depistaggio. Ed è grazie al video che viene smentita una delle bugie raccontate all’inizio, ovvero che erano stati allontanati tutti”.
Il riferimento è a un video rimasto per anni sconosciuto, che Dario Vassallo ha consegnato in Commissione Antimafia nel 2019.
Invocato l’invio di ispettori
Per Dario Vassallo il caso non è ancora chiuso: il fratello di Angelo Vassallo chiede che vengano inviati degli ispettori al Comune di Pollica: “Con l’omicidio di Angelo – dice – si sono spalancate autostrade per chi ha fatto il comodo suo… Questi arresti devono servire per aprire tutti i cassetti e chiarire quel che è successo dopo”.