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Nuovo decreto, mossa a sorpresa della Lega: retroscena di Salvini

L'astensione dei ministri della Lega dopo il diktat di Salvini non piace a Draghi: "È un precedente grave"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’astensione della Lega alla votazione per il nuovo decreto sulle riaperture non è passata inosservata. Lo stesso Mario Draghi avrebbe sottolineato, in Consiglio dei Ministri, che si tratta di “un precedente grave” di cui “prendiamo atto”. Ne dà notizia Repubblica. Era attesa unanimità sulle decisioni da prendere in vista dell’importante data del 26 aprile, dopo i tanti vertici tra l’esecutivo, il Comitato tecnico scientifico e i rappresentanti degli Enti locali. Vertici a cui ha partecipato anche il Carroccio, che sembrava concorde con la linea del Governo.

“Cosa le riuniamo a fare queste cabine di regia?”, avrebbe sottolineato il premier. Inaccettabile venire meno alle decisioni già prese proprio nel momento di confermarle. In questo modo “si nega un certo modo di procedere e condividere le decisioni”.

Draghi avrebbe sottolineato, come riporta Repubblica, che “gli accordi si rispettano. Avevamo un’intesa unanime, altrimenti il metodo diventa inaccettabile. Abbiamo già fatto tanto, ci siamo assunti una responsabilità con queste misure. Se tocchiamo l’impianto, non troviamo più un punto di equilibrio. Si porta in Consiglio questo testo, senza modifiche”.

Lega, astensione per il nuovo decreto dopo la telefonata di Salvini

Gli scontri sul coprifuoco e la riapertura dei locali tra i ministri della Lega e Roberto Speranza sembravano essersi placati prima dell’inizio del CdM, durante la riunione con i capidelegazione. Ma dopo una consultazione telefonica tra i ministri Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia con il leader Matteo Salvini, i tre hanno deciso di non votare il decreto. “Non possiamo dire sì, ci asteniamo. Non sto qui a spiegare le ragioni, che voi tutti conoscete”, avrebbe chiarito il ministro dello Sviluppo economico.

Dopo alcuni interventi, riporta sempre Repubblica, sarebbe stato Dario Franceschini a far notare che “non si è mai visto che su un decreto così importante una forza di maggioranza non partecipi al voto. Anche perché parliamo di un testo definito da parte di tutti, in cui ciascuno ha ceduto qualcosa. Crea un precedente grave”. Parole poi confermate dallo stesso Mario Draghi.

Nuova crisi di governo? Il timore in vista della fiducia a Speranza

Il timore è quello che Matteo Salvini apra una nuova crisi di governo, forte dell’appoggio di alcune categorie rimaste insoddisfatte dalle decisioni prese per il 26 aprile. La prova del nove si avrà con la mozione di sfiducia a Speranza. Votare contro un membro del proprio esecutivo porterebbe la Lega ad allontanarsi dalla maggioranza, ma anche una possibile astensione causerebbe forti frizioni, confermando la vicinanza di Matteo Salvini al partito dell’opposizione di Fratelli d’Italia, e un’alleanza ancora forte con Giorgia Meloni in funzione antigovernativa.

Nuova crisi di governo? La replica di Matteo Salvini e il retroscena

Lo stesso Matteo Salvini, intervistato da Il Giornale, ha dichiarato che sulle decisione del Governo, come quella di non estendere il coprifuoco fino alle 23, “hanno prevalso criteri ideologici, non scientifici”.

“Ho fatto cinque telefonate con il presidente Mario Draghi”, ha riferito il leader della Lega, svelando cosa è successo prima del Consiglio dei Ministri. Negli scambi avrebbe ribadito “che così non avrei votato il decreto sulle riaperture“. Tutte le regioni, “anche quelle di sinistra, chiedevano di rivedere queste norme, per esempio spostando l’orario del coprifuoco e concedendo alcune aperture in più”.

“Lui ha mediato, ma questa volta ha prevalso la linea della sinistra, del Movimento 5 Stelle, di Roberto Speranza”. Per Matteo Salvini “c’è una realtà politica che considera i ristoratori, i baristi e i commercianti evasori. Ci sono partiti che non hanno grande dimestichezza con il privato, che non hanno familiarità con le realtà produttive e le loro esigenze”.

Il segretario del Carroccio ha sottolineato che non c’è una crisi di governo nell’aria e che la Lega non lascerà l’esecutivo. “Glielo garantisco”, ha dichiarato. “Però non votiamo i provvedimenti a scatola chiusa. Tra quindici giorni, se ci saranno nuove aperture, voteremo un altro provvedimento favorevole a chi oggi è penalizzato”.

Fonte foto: ANSA
Nuovo decreto: riaperture e spostamenti, tutte le regole

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