Nessun 'passaporto immunitario' per gli asintomatici: lo studio
Una ricerca cinese ha evidenziato che le persone asintomatiche hanno una reazione immunitaria al coronavirus più debole
È consigliabile evitare i cosidetti ‘passaporti immunitari‘ per gli asintomatici: chi ha l’infezione da coronavirus ma non ha manifestato i sintomi potrebbe infatti avere una reazione immunitaria più debole e che porta gli anticorpi anti SarsCoV2 a ridursi dopo circa tre mesi dal contagio. È quanto indica una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Medicine e condotta in Cina da un gruppo di ricercatori della Chongqing Medical University.
I risultati preliminari dello studio, spiegano gli autori, “sottolineano i potenziali rischi dei cosiddetti passaporti immunitari” e l’importanza di “proseguire gli interventi di sanità pubblica e la diffusione dei test”. Sono comunque necessari ulteriori studi per determinare la durata dell’immunità nelle persone asintomatiche.
La ricerca è stata condotta su 37 persone asintomatiche, 22 donne e 15 uomini di età compresa fra 8 e 75 anni. È emerso che la loro capacità di diffondere il virus ha una durata media di 19 giorni, contro i 14 giorni delle persone con sintomi, e che il livello degli anticorpi anti SarsCoV2 è notevolmente più basso rispetto a quello mostrato nei sintomatici nella fase acuta dell’infezione, quando il virus può essere intercettato nel tratto respiratorio.
Risulta basso in particolare il livello delle immunoglobuline G (IgG), utilizzate nei test sierologici come indicatori dell’infezione avvenuta fino a un mese prima. I test sierologici hanno infatti indicato che negli asintomatici i livelli di IgG iniziano a ridursi a due-tre mesi dall’infezione.
Negli asintomatici si sono rilevati infine livelli più bassi di 18 messaggeri molecolari del sistema immunitario, ossia delle citochine che sono gli elementi scatenanti dell’infiammazione tipica della Covid-19. Questo significa che la reazione immunitaria al virus SarsCoV2 è più debole nelle persone sintomatiche.