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Neonati morti a Parma, carabinieri del Ris scavano nel giardino: sul posto l'avvocato della studentessa 22enne

Nella villetta di Parma in cui sono stati rinvenuti i due neonati morti, i Ris hanno ripreso a scavare ed è arrivato anche il legale dei Petrolini

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Nel giardino della villetta in cui sono stati rinvenuti i corpi morti di due neonati, i Ris stanno continuando a scavare. Le indagini sul caso che ha scosso la comunità di Traversetolo (Parma) non si fermano, e non si escludono eventuali sviluppi agghiaccianti. La giovane madre, la studentessa 22enne Chiara Petrolini, è ora indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Sul posto è arrivato anche Nicola Tria, il legale della famiglia della ragazza.

I Ris e l’avvocato della 22enne nella villetta degli orrori

Come e cosa sia successo nella villetta di Traversetolo è ancora da chiarire. Gli inquirenti assicurano che sia i genitori della 22enne sia il padre dei neonati risulterebbero estranei ai fatti. Nella giornata di martedì 17 settembre nel giardino degli orrori sono tornati i Ris. Oltre agli uomini della squadra scientifica dei carabinieri ci sarebbe, secondo Ansa, anche un esperto di scavi.

Oltre alle autorità, sul posto è arrivato anche l’avvocato dei Petrolini, Nicola Tria. Per il momento non è dato sapere cosa si stia cercando.

Nella villetta di Traversetolo (Parma) sono tornati i Ris per effettuare nuovi scavi. Chiara Petrolini, la madre di almeno uno dei due neonati trovati morti nel giardino, è indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere

Chiara Petrolini è l’unica indagata. Lo ha riferito il procuratore di Parma Alfonso d’Avino in un comunicato: “Nessuno, all’infuori della ragazza, era a conoscenza della gravidanza: né familiari, né padre del bambino, né amiche o amici”, dunque per il momento si esclude la partecipazione di terze persone.

Ancora, sempre d’Avino sottolinea che la 22enne “non è stata seguita da alcuna figura professionale”, dunque per il momento risulta che la ragazza abbia agito nella totale autonomia, anche durante le fasi del parto.

I neonati trovati morti a Parma

La vicenda ha inizio il 9 agosto scorso, quando il cane della nonna della 22enne ha cominciato a scavare nella terra del giardino. L’animale, così facendo, ha fatto riemergere i resti di ciò che inizialmente è stato scambiato per un animale. La donna, infatti, ha chiamato in soccorso un vicino, ma quest’ultimo si è accorto che ciò che sporgeva da un involucro di plastica era il cadavere di un neonato.

Da subito i carabinieri si sono messi all’opera per ricostruire le dinamiche, ma soprattutto per risalire all’identità della madre. Gli accertamenti hanno portato Chiara Petrolini, che di fronte alle evidenze presentate dagli inquirenti ha confessato le sue responsabilità. Ai militari la 22enne ha raccontato di aver agito da sola.

Il piccolo era nato il 7 agosto con parto indotto nel bagno della villetta bifamiliare nella quale la studentessa viveva insieme ai genitori. Dopo il parto, la ragazza avrebbe ucciso il neonato per poi nasconderlo in un sacchetto di plastica. La sera stessa era uscita con alcune amiche. Una volta rientrata in casa, avrebbe quindi occultato il cadavere del bambino.

Venerdì 13 settembre un inviato di Quarto Grado in collegamento da Traversetolo ha dato l’esclusiva in diretta: nel giardino della stessa villetta è stato rinvenuto lo scheletro di un secondo bambino, probabilmente morto seppellito un anno prima.

La madre del fidanzato: “Non ha fatto tutto da sola”

Sollevata dall’accertata estraneità del figlio alla vicenda, la madre del fidanzato di Chiara Petrolini è tuttavia convinta che la ragazza non abbia agito da sola. Ascoltata dal Corriere della sera, la donna si limita a un “non è possibile“. I dubbi permangono sulla presunta gravidanza invisibile, e la stessa madre del fidanzato sottolinea: “L’abbiamo vista due giorni prima di quel 9 agosto. La pancia? Non si vedeva“.

Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia indotto la 22enne a commettere i fatti. La ragazza lavorava come baby sitter e non aveva mai assunto comportamenti sospetti, secondo le testimonianze. Nel frattempo sono in corso gli accertamenti sulle ossa rinvenute il 13 settembre, sulle quali non è ancora accertato il legame biologico con Chiara Petrolini.

Fonte foto: ANSA

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