Musicista ucciso a Napoli, parla il 17enne che ha sparato a Giovanbattista Cutolo: coinvolti dei maggiorenni
Il minorenne avrebbe chiamato in causa altri membri del gruppo che hanno partecipato alla rissa, tra i quali ci sarebbe chi gli ha passato la pistola
Ha ammesso le sue responsabilità il 17enne che ha sparato a Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso durante una rissa a Napoli, ma nell’interrogatorio con i magistrati il minorenne ha provato a giustificarsi, tirando in ballo anche altri componenti del gruppo che erano insieme a lui. “Non volevo ucciderlo e non credevo che fosse morto: si era allontanato, giuro che non credevo di averlo ucciso. La pistola? Ai Quartieri Spagnoli le pistole vanno e vengono come l’acqua fresca, ma non era mia, me l’hanno passata” avrebbe detto di fronte agli inquirenti secondo quanto riportato da ‘Repubblica’.
L’interrogatorio
Da quanto sarebbe emerso dal colloquio, il 17enne avrebbe indicato gli pseudonimi di alcuni maggiorenni che avrebbero partecipato alla rissa e che sarebbero stati individuati anche grazie ai video delle telecamere. Uno di loro sarebbe colui che gli avrebbe passato l’arma, e che potrebbe quindi essere accusato di concorso in omicidio, mentre almeno un altro amico sarebbe indagato per rissa.
“Era il doppio di me, mi sono solo difeso non volevo ucciderlo” avrebbe detto il minorenne durante l’interrogatorio, sostenendo di non essersi reso conto di aver ucciso Cutolo e di aver sparato soltanto per difendersi dal 24enne.
La madre di Giovanbattista Cutolo al corteo in onore del figlio ucciso a colpi di pistola
“Ho avuto timore che potesse succedermi qualcosa – ha aggiunto il 17enne – mi sono fatto dare la pistola e ho sparato tre colpi, ma non per uccidere, anzi ho visto che indietreggiava e credevo di avergli fatto paura. Non sapevo di averlo ucciso, quando l’ho scoperto sono rimasto choccato”.
Le parole dell’avvocato
In attesa che il gip convalidi o meno il decreto di fermo emesso dalla procura dei minorenni per omicidio aggravato e porto abusivo di arma, l’avvocato del 17enne, Davide Piccirillo, ha fornito una ricostruzione dei fatti: “È nata una diatriba tra una prima comitiva e il gruppo del minorenne che rappresento. Poi altri quattro ragazzi sono intervenuti affrontando il gruppo dove c’era il mio assistito. La pistola era in dotazione al gruppo. L’avevano trovata alcuni giorni fa e la volevano vendere. Nella paura di essere aggredito il mio assistito ha esploso dei colpi di pistola”.
“Il mio assistito ha fornito massima collaborazione e ha aiutato la polizia a recuperare l’arma che era stata nascosta vicino casa” ha spiegato il legale.
Il 17enne accusato di aver ucciso il musicista Giovanbattista Cutolo era già noto alle forze dell’ordine per precedenti di truffa e per tentato omicidio, quando all’età di 13 anni accoltellò una persona durante una rissa rischiando di ucciderla.
Il corteo
Dopo l’autopsia programmata per lunedì, il corpo del 24enne sarà affidato alla famiglia per le esequie. “Il funerale di Giovanbattista deve essere il funerale del riscatto di Napoli. Deve essere un evento storico, sia la rinascita della città” ha detto in lacrime la madre della vittima, Daniela Di Maggio.
“Chiedo a tutti i musicisti di parteciparvi – è il suo appello – Lo chiedo a Osimhen e ai calciatori del Napoli: vi prego, partecipate anche voi. Così in tanti e tanti verranno e la brutta gente della città tornerà nelle saettelle (i tombini, ndr).”
La donna ha partecipato a fianco del marito Franco al corteo in nome del figlio per le strade di Napoli al grido di “Giovanni vive!” e “Giustizia per Giovanni”.