Mossa della famiglia di Giulia Cecchettin per l'autopsia: nominato consulente del caso di Liliana Resinovich
La famiglia di Giulia Cecchettin ha scelto il consulente in vista dell'autopsia sul cadavere della 22enne: si era occupato di Liliana Resinovich
Il primo passo per capire qualcosa in più sulla notte in cui Giulia Cecchettin è stata uccisa da Filippo Turetta. Venerdì 1° dicembre Guido Viel, anatomopatologo dell’Università di Padova, consulente della Procura di Venezia. Ma anche la famiglia della vittima ha deciso di rivolgersi a un perito: si tratta di Stefano D’Errico, che nei mesi scorsi si è occupato anche del caso di Liliana Resinovich.
- Dove e quando avverrà l'autopsia su Giulia Cecchettin
- Il consulente della famiglia Cecchettin e il caso Resinovich
- L'importanza dell'autopsia
Dove e quando avverrà l’autopsia su Giulia Cecchettin
L’autopsia è stata fissata nella mattinata di venerdì 1° dicembre.
L’esame avverrà all’Istituto di medicina legale di Padova.
Il consulente della famiglia Cecchettin e il caso Resinovich
La famiglia di Giulia Cecchettin ha scelto di nominare come proprio consulente il professore triestino Stefano D’Errico, direttore di Medicina legale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina.
D’Errico, tra le altre cose, si era occupato recentemente del caso sulla morte di Liliana Resinovich.
Anche l’avvocato di Filippo Turetta (che nel frattempo ha confessato l’omicidio) indicherà un proprio consulente per seguire l’autopsia.
L’importanza dell’autopsia
L’autopsia è stata disposta per riuscire a quantificare il numero esatto di ferite da coltello: la prima ispezione sul cadavere ne ha fatte contare oltre 20.
Ma l’esame aiuterà a capire quale sia stata la lama usata da Filippo Turetta, visto che sono stati trovati due coltelli: uno nell’auto, da 12 centimetri; l’altro spezzato nel parcheggio a Vigonovo, luogo della prima aggressione, da 21 centimetri.
Inoltre, l’autopsia chiarirà se – oltre a essere stata accoltellata – Giulia Cecchettin presenti altre ferite, magari causate da calci e pugni.
E anche se Filippo Turetta abbia infierito sulla vittima, sia da morta sia da viva: la Procura, infatti, potrebbe contestargli l’aggravante della crudeltà.
L’autopsia dovrebbe spiegare se Giulia Cecchettin sia morta per una coltellata letale o – magari – per la botta alla testa rimediata dopo essere stata spinta sul marciapiede, durante il tentativo di fuga.
Infine, l’esame servirà a circoscrivere la fascia temporale della morte, per capire se fosse già senza vita dopo l’allontanamento di Turetta dalla zona industriale di Fossò.