Morti 90 neonati a settimana a causa dello smog in Europa e Asia nel 2019: i dati Unicef che fanno paura
Secondo i dati presentati dall’Unicef, l’inquinamento atmosferico ha causato migliaia di decessi in Europa e Asia centrale tra bambini e adolescenti
Quasi 6.000 persone, tra bambini e adolescenti, sono morti nel 2019 a causa dell’inquinamento atmosferico. È quanto riferito in un report dall’Unicef, che ha presentato i preoccupanti dati secondo i quali “la maggior parte di questi, circa l’85%, è morta prima del compimento del primo anno di vita”.
I dati dell’Unicef
Sono più di 5.800 i bambini e gli adolescenti morti nel 2019 in Europa e Asia centrale per cause legate all’inquinamento atmosferico. È quanto denunciato dall’Unicef con una nuova analisi dei dati, riportata in un Policy Brief pubblicato nella giornata di oggi, martedì 5 settembre.
Nel report si chiarisce inoltre che circa l’85% di questi decessi, ovvero più di 4.900 bambini, è morta prima del compimento del primo anno di vita. Un numero impressionante, equivalente a 90 bambini deceduti a settimana.
Come affermato da Regina de Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, “quando si tratta di inquinamento atmosferico, i polmoni più piccoli sono quelli che pagano il prezzo più alto, e questo provoca danni alla salute e allo sviluppo dei bambini, a volte costando loro la vita”.
I rischi maggiori per i bambini
Il report dell’Unicef, intitolato “Breathless beginnings: the alarming impact of air pollution on children in Europe and Central Asia (Inizi senza fiato: l’allarmante impatto dell’inquinamento atmosferico sui bambini in Europa e Asia Centrale)”, evidenza come siano proprio i più piccoli a subire maggiormente per l’esposizione all’inquinamento atmosferico.
L’aria inquinata può infatti provocare seri danni ai piccoli polmoni dei bambini, causando anche gravi infezioni respiratorie come la polmonite, oltre a un aumento del rischio di insorgenza di patologie come l’asma e di malattie respiratorie e cardiovascolari croniche, compreso il cancro, e di disturbi neurologici in età adulta.
A questo proposito, secondo Regina de Dominicis “ridurre gli inquinanti atmosferici e l’esposizione dei bambini all’aria tossica è fondamentale per proteggere la loro salute e le loro società, con conseguente riduzione dei costi sanitari, miglioramento dell’apprendimento, aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti”.
L’intervento politico necessario
Come evidenziato nel report, i motivi per i quali i bambini sono maggiormente colpiti dall’inquinamento sono molteplici: “Respirano due volte più velocemente e spesso con la bocca, assorbendo più inquinanti. Sono spesso più vicini al suolo, dove si accumulano gli inquinanti. Sono fisiologicamente più vulnerabili, perché il loro cervello, i polmoni e altri organi sono esposti a infiammazioni e danni durante un periodo di rapido sviluppo”.
E dato che, come si legge nel documento “l’inquinamento atmosferico – PM 2,5 e PM 10 – è causato principalmente da pratiche residenziali e commerciali, tra cui l’uso di carbone e altri combustibili fossili per il riscaldamento e per cucinare”, la soluzione non può che venire dalla politica.
L’Unicef infatti, come riportato da LaPresse, “esorta i governi a rafforzare le politiche e gli investimenti per accelerare la transizione verso un’energia e un trasporto puliti ed efficienti in tutti i settori”, oltre alla richiesta di “istituire e mantenere sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria nelle vicinanze di asili e scuole e di riferire le informazioni al pubblico”.