Morti 7 migranti nel furgone di trafficanti che si è schiantato in Germania: un bambino tra le vittime
Un furgone con a bordo 23 migranti si è ribaltato in Germania: 7 di loro, tra cui un bambino, sono morti
Tragedia in Germania. Un furgone che trasportava illegalmente diversi migranti si è ribaltato. Nell’incidente 7 persone sono morte, tra cui un bambino, e altre 16 sono rimaste ferite, alcune in modo grave.
L’incidente in Germania
Nella mattinata di giovedì nella regione meridionale della Baviera, in Germania, un furgone modello Mercedes Vito si è ribaltato cercando di evitare un posto di blocco della polizia.
Quando gli agenti si sono avvicinati per controllare cosa fosse successo, hanno scoperto che all’interno del mezzo, omologato per 9 persone, c’erano invece 23 passeggeri. Erano tutti migranti stranieri, di nazionalità turca o siriana.
L’incidente è avvenuto nei pressi della città di Ampfing, su una strada che proviene dal confine con l’Austria, 60 chilometri a est della città più importante della regione, Monaco di Baviera.
Le condizioni dei migranti
Nel ribaltamento del furgone, 7 delle 23 persone a bordo sono morte. Tra di loro, secondo le prime ricostruzioni, anche un bambino di 6 anni. 16 invece i feriti, alcuni di loro in maniera anche molto grave.
Tra questi ci sarebbe anche l’autista, residente in Austria ma apolide, che significa privo della cittadinanza di alcun Paese. Si assume questo stato quando la nazione da cui si proviene smette di esistere (come successo a URSS o Jugoslavia) oppure ereditando la condizione dai propri genitori.
Il controllo di polizia che il furgone ha tentato di evitare fa parte dell’impegno del governo tedesco per fermare i cosiddetti movimenti secondari, che portano ogni anno migliaia di migranti illegali in Germania.
Cosa sono i movimenti secondari
Secondo il regolamento di Dublino, che norma le migrazioni in Unione europea, i migranti richiedenti asilo devono svolgere le procedure di accettazione della loro domanda nel Paese di primo approdo.
Con questo si intende il primo Stato appartenente all’Unione in cui il cittadino extracomunitario entra. Spesso però questo non accade, a volte per l’inadeguatezza del sistema di accoglienza dei Paesi in questione e i migranti rimangono liberi di muoversi all’interno dell’area Schengen.
Questi spostamenti all’interno dell’UE si chiamano movimenti secondari. Spesso i migranti si spostano per chiedere asilo in Paesi più ricchi, in cui già abitano alcuni loro parenti o dove le procedure sono più rapide.