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Morte Viviana Parisi, il criminologo: "Ipotesi campate sul nulla"

I legali di Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi, sono intenzionati a opporsi all'archiviazione del caso. La loro tesi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Non sono convinti della decisione della procura di Patti i legali di Daniele Mondello, marito della dj Viviana Parisi e papà del piccolo Gioele, entrambi morti nell’agosto del 2020. Per la procura, che ha chiesto l’archiviazione del caso lo scorso luglio, la donna avrebbe ucciso il figlio e poi si sarebbe suicidata lanciandosi dal traliccio; una ricostruzione che però non è stata accolta favorevolmente dal marito della donna e dai suoi avvocati.

Viviana Parisi, la ricostruzione della procura non convince i legali

“Stiamo ancora studiando le carte della richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Patti ma faremo richiesta di opposizione: ci sono molti elementi che non ci convincono nella tesi dei pm”, ha detto Pietro Venuti, come riporta l’Ansa.

“Non siamo convinti, dopo l’analisi degli elementi presentati anche dai consulenti, che Viviana si sia suicidata – ha precisato il legale – e lo stesso vale per quanto riferito sulla morte di Gioele. Noi avevano chiesto altre analisi e altri esami. Non ci fermeremo qui cercheremo di andare fino in fondo per conoscere la verità”.

A margine della richiesta di archiviazione sarebbero state fornite anche alcune intercettazioni dei familiari di Viviana e dello stesso Mondello, il quale aveva anche ipotizzato richieste di denaro per le sue eventuali partecipazioni in tv per parlare della vicenda. I familiari avevano invece ipotizzato che la donna avesse ucciso il figlio, similmente alla ricostruzione ufficiale.

Morte Viviana Parisi, il criminologo: “Ipotesi campate sul nulla”

Ma i legali sono decisi a contestare l’archiviazione. Come riporta l’Ansa il criminologo Carmelo Lavorino, consulente degli avvocati, ha dichiarato: “La richiesta di archiviazione proposta dalla procura di Patti è composta da 526 pagine che noi confutiamo e contestiamo totalmente: sono pagine che non dimostrano nulla. Sono ipotesi campate sul nulla e sono una replica alle nostre ipotesi di lavoro”.

Il criminologo ha proseguito col confutare la tesi dei pm: “Un insieme di teorie per dimostrare che non hanno sbagliato e che noi abbiamo torto. I pm si arrampicano sugli specchi, non hanno nulla di certo, si basano sulle conclusioni apodittiche quindi senza basi scientifiche, dei sette consulenti”.

“La procura ipotizza che Viviana, dopo aver fatto l’incidente con l’auto in galleria, anche se non aveva alcuna intenzione di uccidere il figlio, poi chissà, sono scappati nel bosco, forse il bimbo è morto cadendo, forse la madre lo ha ucciso e lo ha lasciato tra i rovi. Poi si è allontanata è salita sul traliccio e si è suicidata. Non ci sono prove“, ha chiosato l’esperto.

“Hanno fatto sviste medico-legali e tecnico-scientifiche che noi andremo a contestare in maniera tecnica e scientifica. Fra qualche giorno presenteremo la nostra consulenza per fare opposizione all’istanza di archiviazione”, ha concluso.

Per la procura di Patti, la tesi dei legali “non ha alcun fondamento valido”

Ma la lettura offerta dai legali, allo stesso modo, non ha convinto i pm. Come riporta RaiNews, la tesi degli avvocati “non ha alcun fondamento valido”, per la procura di Patti.

Il procuratore Angelo Vittorio Cavallo, a margine della richiesta di archiviazione, ha precisato: “Alcuni difensori dei familiari di Viviana Parisi hanno avanzato una suggestiva ipotesi sulla sorte della donna e del suo bambino: Viviana e Gioele sarebbero ‘precipitati’ in un pozzo profondo 3-5 metri, con circa mezzo metro d’acqua al suo interno, per morire entrambi in seguito a ‘asfissia in acqua’. I sostenitori di questa tesi ammettevano di non poter stabilire se Viviana e Gioele fossero precipitati accidentalmente all’interno di tale pozzo o se, invece, fossero stati intenzionalmente lanciati da qualcuno”.

Il procuratore ha aggiunto: “I corpi di Viviana e Gioele sarebbero stati prelevati ed estratti dal pozzo, dopo la loro morte, da parte di soggetti sconosciuti, tramite l’utilizzo di un qualche strumento (forcipe o altro). Tali soggetti, dopo avere prelevato il corpo di Viviana dal pozzo, avrebbero collocato il suo cadavere ai piedi del traliccio, così operando un vero e proprio ‘depistaggio‘”.

Per la procura, questa lettura sarebbe stata smentita dall’autopsia, in aggiunta ad altre osservazioni, ovvero la posizione di quiete della mano di Viviana Parisi: “Ebbene, appare assai difficile ipotizzare che gli autori del fantomatico depistaggio possano aver usato un accorgimento così ‘raffinato'”, ha aggiunto il procuratore.

Fonte foto: ANSA
Dj morta, il luogo del ritrovamento di Viviana e Gioele

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