Morte Andrea Purgatori, attesa per gli esami biologici: servono per accertare eventuali colpe dei medici
Ultimo esame per accertare eventuali responsabilità per la morte del giornalista Andrea Purgatori, scomparso lo scorso luglio
L’ultimo esame. Mercoledì 6 settembre è il giorno del definitivo test clinico disposto dalla Procura di Roma per accertare le cause della morte di Andrea Purgatori, giornalista scomparso il 19 luglio dopo 4 mesi di calvario ospedaliero. Al momento sono indagati due medici in servizio presso strutture private dove Purgatori era stato in cura. Sarà il materiale cerebrale a essere esaminato. Il tutto proprio mentre i magistrati capitolini valutano di ascoltare l’ex premier Giuliano Amato dopo le sue dichiarazioni sulla strage di Ustica, su cui ha lavorato per anni proprio Purgatori.
- In cosa consistono gli esami post autopsia
- Chi ha assistito agli accertamenti
- Chi sono i due medici indagati per la morte di Purgatori
In cosa consistono gli esami post autopsia
Gli accertamenti biologici – iniziati alle ore 11 di mercoledì 6 settembre al Policlinico di Tor Vergata – servono ad analizzare il materiale celebrale prelevato lo scorso luglio, dopo la morte di Andrea Purgatori.
I test saranno effettuati al Policlinico di Tor Vergata, per accertare la natura dell’inspessimento rilevato al cervello durante l’autopsia.
Questo accertamento medico biologico è necessario per confermare o escludere l’ipotesi di un’infezione.
Subito dopo il decesso di Purgatori, avvenuto in una clinica privata della Capitale, i familiari avevano infatti presentato un esposto in Procura, chiedendo di accertare se la morte fosse stata provocata da una somministrazione di radioterapia, derivata da una diagnosi clinica errata.
Nel procedimento penale che è stato aperto risultano infatti indagati due medici in servizio presso strutture private dove il giornalista era stato in cura.
L’esame, inoltre, servirà anche a verificare l’eventuale presenza di ischemie celebrali.
Chi ha assistito agli accertamenti
Come riportato da Repubblica, ad assistere agli accertamenti c’erano i periti della difesa, quelli dell’accusa e infine i medici incaricati dalla famiglia della vittima. In tutto: tre esperti per la Procura, due per la difesa e uno per la parte civile.
Gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, che assistono i familiari di Purgatori, hanno interpellato il medico che ha partecipato anche alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l’operatore uccisi in Somalia nel 1994. Si tratta del professor Vincenzo Lorenzo Pascali, è intervenuto in passato anche nei lavori della Commissione parlamentare sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale, all’interno della quale ha dovuto relazionare sull’appropriatezza “delle cure prestate al signor Stefano Cucchi”, il geometra picchiato a morte all’interno della caserma Casilina.
La Procura ha nominato il dottor Luigi Tonino Marsella, già Cavaliere della Repubblica. Al suo fianco il professor Alessandro Mauriello e il ricercatore Michele Treglia.
I luminari chiamati in causa dall’avvocato Fabio Lattanzi, che assiste i due medici indagati, sono il medico legale Andrea Vecchione e l’anatomopatologo Enrico Marinelli.
Chi sono i due medici indagati per la morte di Purgatori
Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e il sostituto Giorgio Orano hanno iscritto i nomi di due medici sul registro degli indagati: quello del dottor Gianfranco Gualdi e quello del suo collaboratore, Claudio Di Biasi, in servizio alla clinica Pio XI dove era in cura Purgatori. La famiglia pensa che i due potrebbero aver sbagliato la diagnosi iniziale, rivelando a Purgatori di avere alcune metastasi al cervello che, secondo altri dottori interpellati, in realtà non ci sarebbero mai state.