Accordo migranti tra Italia e Albania, l'Alta Corte sospende la ratifica: decisione entro 3 mesi, gli scenari
Sospesa dalla Corte Costituzionale di Tirana la ratifica dell'accordo sui migranti tra Italia e Albania. Nessuna preoccupazione da Palazzo Chigi
In Albania si ferma il percorso d’approvazione dell’intesa con l’Italia sui migranti. La ratifica dell’accordo sottoscritto dal presidente Edi Rama e da Giorgia Meloni, prevista per giovedì 14 dicembre nel Parlamento di Tirana, è stata infatti sospesa dalla Corte Costituzionale, che ha accettato di esaminare i ricorsi presentati dall’opposizione.
- Nessun commento da Palazzo Chigi
- L'opposizione albanese contro il memorandum
- Il pronunciamento della Corte costituzionale albanese
- Le reazioni dell'opposizione in Italia
Nessun commento da Palazzo Chigi
La decisione in merito all’accordo, per il momento, è rimandata alla sentenza albanese, che dovrà arrivare entro 3 mesi, come riporta Ansa.
Il governo italiano ha deciso di non commentare la scelta, in quanto si tratta di una decisione tecnico-giuridica di un Paese terzo. Tuttavia, è emerso che non c’è alcuna preoccupazione su eventuali ritardi sulla messa in campo del memorandum.
L’opposizione albanese contro il memorandum
Il protocollo siglato dai due governi lo scorso novembre, che prevede la creazione di due centri di accoglienza e rimpatrio sul suolo albanese (finanziati e gestiti dall’Italia) ha creato duri scontri tra maggioranza e opposizione non solo in Italia (dove è ancora attesa la ratifica) che a Tirana.
Il centrodestra albanese, avversario dell’esecutivo socialista, si è spinto fino al più alto tribunale per denunciare un meccanismo di cooperazione che sarebbe in contrasto con la Costituzione e con le convenzioni internazionali alle quali il Paese aderisce.
In particolare, nei 2 ricorsi presentati alla Corte – uno avanzato dal Partito democratico guidato dall’ex ministro dell’Interno ed ex sindaco di Tirana Lulzim Basha, l’altro da 28 deputati legati all’ex premier ed ex presidente Sali Berisha – viene sottolineato che il protocollo con l’Italia porterebbe l’Albania a rinunciare alla sua sovranità.
Il pronunciamento della Corte costituzionale albanese
Su questi rilievi è arrivato un primo pronunciamento della Corte costituzionale di Tirana. Non nel merito, ma sulla legittimità.
La presidente Holta Zaçaj, infatti, ha spiegato che “il collegio dei giudici ha considerato che i ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti, ed ha deciso di esaminarli in seduta plenaria”. A questo punto, le procedure parlamentari per la ratifica dell’accordo vengono sospese fino a quando gli alti magistrati non si esprimeranno con una sentenza.
Che secondo la legislazione nazionale deve arrivare entro 3 mesi dalla data di presentazione del ricorso. In questo caso, entro il prossimo 6 marzo. La prima seduta è prevista il 18 gennaio. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere di non temere ritardi nell’attuazione del protocollo.
Le reazioni dell’opposizione in Italia
A Roma, invece, lo stop temporaneo arrivato da Tirana ha provocato una nuova levata di scudi dell’opposizione. “Questo governo vince qualunque premio in giro per l’Europa e a livello internazionale. Ma in incompetenza e inadeguatezza”, ha dichiarato il segretario Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
“Spero che questo segni l’inizio della fine di questo obbrobrio giuridico e umanitario”, ha invece detto il segretario di +Europa Riccardo Magi.