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CRONACA NERA

Messina Denaro, nel covo anche il poster del Padrino e di un altro celebre film: cosa è stato trovato

Nel primo covo di Matteo Messina Denaro sono stati trovati anche alcuni poster e una frase: di quali film si tratta e cosa c'è scritto sul muro

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Emergono nuovi elementi dai sopralluoghi nei covi di Matteo Messina Denaro: nella prima “tana” di Campobello di Mazara, il super boss aveva appesi ai muri anche alcuni poster di film molto famosi e una frase decisamente emblematica.

I poster e la frase nel covo di Messina Denaro

A renderlo noto sono i Carabinieri del Ros, al lavoro per setacciare i tre covi finora trovati di Matteo Messina Denaro. Il super boss è stato arrestato nella giornata di lunedì 16 gennaio 2023 e si trova in un carcere di massima sicurezza, ma le autorità continuano a lavorare per ricostruire la rete attorno a lui.

Nella prima delle tre “tane” scoperte a Campobello di Mazara, i militari hanno trovato anche due poster dedicati ad altrettanti celebri film. Il primo è quello de ‘Il Padrino’, capolavoro di Francis Ford Coppola tristemente “in tema” con il latitante. Il secondo è molto più recente e ritrae il Joker di Joaquin Phoenix, protagonista del film vincitore del Leone d’Oro a Venezia nel 2019.

Le immagini condivise dai Carabinieri del Ros

Sotto questo quadretto, una stampa a colori, era affissa anche una frase: “C’è sempre una vita d’uscita. Ma se non la trovi, sfonda tutto“.

Cosa è stato trovato nel secondo covo del boss

Quanto trovato finora non è probabilmente quello che speravano le autorità: stando a quanto riportato nelle scorse ore dal Corriere della Sera, non c’è ancora traccia dei tradizionali pizzini o del famigerato archivio di Totò Riina che, secondo alcuni pentiti, sarebbe in possesso di Matteo Messina Denaro.

Nel secondo covo invece sono state trovate carte ancora da decifrare, monili e pietre apparentemente preziose, oltre a oggetti di argenteria e custodie di gioielli. Si tratta del cosiddetto “bunker” scoperto sempre a Campobello di Mazara.

Gli investigatori del Gico e del Ros sono andati a colpo sicuro verso la palazzina di due piani di proprietà di Errico Risalvato, 71 anni, ma non è escluso che quello stesso covo possa essere stato ripulito da alcuni complici dopo la notizia del suo arresto a Palermo.

Confermato il carcere per Giovanni Luppino

In tema di complici, gli inquirenti cercano di ricostruire la rete che ha consentito al super boss di Cosa Nostra di portare avanti la sua latitanza lunga 30 anni. A partire dai primi arrestati e indagati, come Giovanni Luppino.

Il 59enne agricoltore di olive è stato arrestato in flagranza di reato fuori dalla clinica La Maddalena. Era insieme al superlatitante e il gip del Tribunale di Palermo ha confermato la custodia cautelare in carcere per lui.

Chi indaga è certo che fosse consapevole dell’identità del boss, benché lui abbia negato tutto: non avrebbe saputo chi fosse il suo “passeggero” e pare lo conoscesse con il nome di Francesco, conosciuto pochi mesi prima grazie al compaesano Andrea Bonafedel’uomo la cui identità è stata assunta da Matteo Messina Denaro negli ultimi mesi.

Fonte foto: ANSA

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