Madre dona la stanza del figlio morto di tumore a un migrante disabile alluvionato nel Ravennate
Una donna ha donato la stanza del figlio morto di cancro ad un rifugiato disabile che ha perso tutto nell'alluvione della Romagna
Storia di generosità a Genova. Una donna ha donato la stanza lasciata vuota dal figlio, morto di tumore due anni fa, ad un rifugiato disabile che viveva nelle zone alluvionate della Romagna. Il dono si affianca all’impegno della famiglia nel promuovere la ricerca scientifica e aiutare nell’elaborazione del lutto.
Il tumore e la ricerca
Nel 2019 Stefano Cordi, musicista allora 28enne, si vede diagnosticare un tumore. Si tratta di un raro cancro desmoplastico a piccole cellule rotonde. È causato da mutazioni genetiche spontanee.
Due anni dopo, nel 2021, la malattia ha la meglio e Stefano muore ad appena 30 anni. Lascia la madre, Laura Lamari, che decide di supportare la ricerca scientifica e il supporto delle persone colpite da malattie oncologiche.
Fonda S.t.e.f.a.n.o. un’associazione che porta il nome del figlio, che in forma di acronimo sta per Scienza, tecnologia e finanziamento aiutano nell’oncologia.
Oltre alla ricerca scientifica contro i sarcomi, aiuta i familiari dei pazienti malati di tumore a elaborare il lutto, anche con l’esperienza diretta di Laura.
Il dono della stanza
Nel suo dolore personale però, Laura ha anche trovato il modo di donare ciò che il figlio le ha lasciato a chi si ritrova a non avere più nulla.
A seguito dell’alluvione della Romagna infatti, la donna ha deciso di mettere a disposizione la stanza di Stefano ormai vuota, per essere utilizzata da Andaz Aziz.
Aziz è un rifugiato che abita nelle zone inondate dalle piogge di fine maggio. Non ha più le gambe, e si è ritrovato casa, auto e protesi distrutte dal fango.
La storia di Aziz e l’impegno di Stefano
Gli arti inferiori Aziz li ha persi in Iraq, mentre fuggiva dalle persecuzioni del regime di Saddam Hussein. Viveva con la sua famiglia a Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna, tra le zone più colpite dall’alluvione.
Stefano, quando ancora non era stato colpito dal tumore, aveva aiutato durante l’emergenza dell’inondazione di Genova, la sua città, nel 2014.
Parlando del dono e del figlio, la madre Laura ha detto: “Se fosse stato ancora con noi, sarebbe andato a spalare in Romagna“.