Lucio Presta querela Amadeus: "Ha riferito fatti inventati sotto giuramento". Cosa c'entra Checco Zalone
Dopo l'archiviazione sulla vicenda della concessione dell'Arena di Verona per uno spettacolo di Checcho Zalone, l'ex manager Lucio Presta ha querelato Amadeus per aver mentito sotto giuramento
Prosegue lo scontro tra Amadeus e Lucio Presta. In seguito all’archiviazione sulla vicenda della concessione dell’Arena di Verona per lo spettacolo di Checcho Zalone “Amore più Iva” (prodotto da Presta), l’ex manager ha querelato il conduttore televisivo e storico cliente.
- La vicenda e il ruolo di Checco Zalone
- Lucio Presta e la querela ad Amadeus
- La testimonianza di Amadeus
La vicenda e il ruolo di Checco Zalone
Il “divorzio” professionale e i successivi attriti tra Presta e Amadeus avevano fatto molto discutere nei mesi scorsi.
Tutto era iniziato il 31 agosto 2023, da un esposto presentato in Procura da Michele Calì, produttore televisivo e cinematografico legato alla Rai.
Calì aveva parlato di un’ipotesi di corruzione da parte di Presta nei confronti di Giancarlo Mazzi (oggi sottosegretario alla Cultura e all’epoca in Arena di Verona srl, la società che si occupa degli eventi extra lirica nell’anfiteatro della città veneta).
L’ipotesi era collegata alla concessione dell’Arena per lo spettacolo “Amore più Iva” di Checco Zalone, prodotto da Presta con la società Arcobaleno Tre.
Lucio Presta e la querela ad Amadeus
“Nel corso dell’indagine – ha spiegato l’avvocato di Presta, come riferito dal Corriere della Sera – i pubblici ministeri hanno sentito diversi testimoni. Tra questi anche il signor Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus che, pur sotto giuramento, ha riferito fatti e circostante del tutto inventate e prive di fondamento alcuno”.
Secondo quanto riferito dal legale di Presta, quindi, il neo conduttore del Nove avrebbe mentito sotto giuramento.
Da qui la volontà di presentare querela.
La testimonianza di Amadeus
Amadeus “avrebbe detto che Presta non si sarebbe comportato bene nei confronti di Mazzi, che gli avrebbe fatto delle scorrettezze e che Mazzi ci sarebbe rimasto male“, prosegue l’avvocato Cersosimo.
La vicenda ha però a che fare anche con questioni di “riservatezza“.
“Le indagini a carico del mio assistito Lucio Presta e del sottosegretario Mazzi sono avvenute nell’assoluto segreto investigativo – ha aggiunto il legale – Dal mese di marzo, in cui è avvenuta la perquisizione negli uffici di Presta, non è mai trapelata una sola parola in relazione all’indagine in corso”.
“Contrariamente a quanto avviene in tutti gli uffici di procura d’Italia, i pubblici ministeri e la procura di Verona non hanno cercato alcun momento di pubblicità o di notorietà, pur avendo sotto indagine nomi eccellenti”, ha concluso.
In seguito alla richiesta di archiviazione presentata dai procuratori il 17 luglio e accolta dalla gip Maria Cecilia Vitolla, l’ipotesi di corruzione è sfumata. Restano invece le ruggini tra Presta e Amadeus.