Covid, piano "lockdown chirurgici" per Roma e il Lazio: cosa sono
Il piano per Roma e il Lazio si basa sull'esperienza delle zone rosse già attivate nel territorio durante i mesi più difficili della pandemia
Roma si prepara alla crescita dei contagi da coronavirus. “Siamo pronti a lockdown mirati” in tutto il Lazio, ha dichiarato Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, intervistato dal Corriere della Sera. Il piano prevede zone rosse con alto numeri di positivi da chiudere fino alla certificazione Covid free e “lockdown chirurgici” da attivare con la Protezione civile e le forze dell’ordine fino alla fine dell’emergenza.
Si tratta di un piano B che dovrebbe essere attuato solo in caso di estrema necessità, basato sulle esperienze maturate durante il periodo peggiore della pandemia. I modelli saranno quindi le zone rosse di Fondi, Nerola e Contigliano e l’isolamento del palazzo occupato di piazza Pecile a Roma, nel quartiere della Garbatella, dove era stato rilevato un cluster.
Saranno determinati i dati dei ricoveri e l’aumento dell’indice Rt, che attualmente è al limite, a 0,85. Se dovesse arrivare a 1, scatterebbero nuove restrizioni in tutta la regione. “Massima cautela, distanziamento e usate le mascherine”, ha ricordato l’assessore. Secondo il Corriere della Sera, presto la mascherina sarà obbligatoria h24 anche nel Lazio.
Al momento, ha spiegato Alessio D’Amato, non ci sarebbe “nessun allarme”, nonostante la situazione venga costantemente monitorata. “Abbiamo un sistema di tracciamento e testing importante che sta funzionando. Roma del resto è la più grande metropoli con il più grande aeroporto del Paese”.
“I micro-lockdown serviranno se i focolai si possono circoscrivere. È come la differenza tra un ascesso e una sepsi: il primo lo limiti, la seconda no. Siamo in stato di allerta”, ha dichiarato Pier Luigi Bartoletti, coordinatore delle squadre Uscar, al Corriere della Sera.
Il Lazio ha già fatto scattare la rimodulazione della rete ospedaliera, con 1.127 posti letto garantiti, di cui 866 per ricoveri Covid con sintomi e 261 in terapia intensiva e semi-intensiva. Altri 500 posti letto dovrebbero essere messi a disposizione nel prossimo periodo, in vista dell’aumento dei contagi previsto per la cattiva stagione.
Vitali saranno anche le vaccinazioni anti-influenzali, che permetteranno diagnosi differenziali più rapide e proteggeranno le fasce di popolazione più a rischio. Secondo l’ultimo report della fondazione Gimbe, due persone su tre non troveranno dosi del vaccino contro l’influenza. Nel Lazio tuttavia si potrà arrivare al 75% della copertura.