Livorno, donna arrestata per aver commesso 50 reati in 4 mesi: derubata una parrocchia, il video dei furti
Una donna di 36 anni è stata arrestata con l'accusa di aver commesso 50 reati in appena 4 mesi: avrebbe derubato persino una parrocchia
Una truffatrice seriale. Una donna di 36 anni è stata arrestata dai carabinieri a Livorno: è accusata di aver commesso 50 reati in 4 mesi. Avrebbe persino derubato una parrocchia. Già nota dalle forze dell’ordine, è stata portata in carcere. Complessivamente, avrebbe rubato circa 10 mila euro: una parte l’avrebbe spesa per ricariche dei siti di scommesse, lotterie e sigarette.
Una donna “fuori controllo”
La 36enne è accusata di vari reati, tra cui furto aggravato, ricettazione e indebito utilizzo di strumenti di pagamento. Tutti messi a segno negli ultimi 4 mesi, dal 2 settembre 2022 al 5 gennaio 2023, a Livorno.
Arrestata dai carabinieri del comando provinciale, è stata condotta in carcere.
L’Arma, attraverso una nota, ha descritto l’indagata come “avvezza a commettere delitti contro il patrimonio”, “del tutto fuori controllo“, e che manifesta “spregiudicatezza ed assoluta mancanza di remore“.
Il bottino: furto anche in parrocchia
Il bottino complessivo dei reati contestati ammonterebbe a circa 10 mila euro, spesi – spiegano i carabinieri – “sia per il sostentamento” sia per “ricariche per siti di gioco, lotterie e sigarette“.
Le indagini, condotte dai militari e coordinate dalla Procura di Livorno, avrebbero “consentito di ricostruire le diverse modalità di azione poste in essere dalla donna, la quale avrebbe colpito, dopo averli distratti, dipendenti e titolari di negozi, supermercati, ristoranti e uffici, oltre a una rivendita di beneficenza in una parrocchia (la San Jacopo in Acquaviva, rubando 1.200 euro) e una terapista di un reparto pediatrico dell’ospedale (a cui avrebbe sottratto il portafoglio).
In alcuni casi, la donna avrebbe usato diverse carte di pagamento rubate per effettuare “prelievi e spese varie“.
Arrestato anche il compagno
Secondo i carabinieri, 5 dei 50 reati avrebbero visto il coinvolgimento del compagno, anche lui in carcere (per esempio, a settembre avrebbero rotto i finestrini di due auto per rubare borse e valigie; in un’altra occasione il furto non si sarebbe consumato per via della presenza della proprietaria del veicolo all’interno dello stesso).
Dopo l’arresto del compagno, la 36enne avrebbe continuato a “operare” da sola, rivolgendo la sua attenzione “a obiettivi più specifici e potenzialmente più remunerativi”, come ristoranti, supermercati, negozi di abbigliamento, uffici, “colpendo indiscriminatamente dipendenti e titolari”.
Si sarebbe finta cliente riuscendo a distrarre la vittima di turno per impadronirsi di portafogli e borse, oppure si sarebbe intrufolata in luoghi di lavoro, forzando “armadietti contenenti valori“.
In un caso, rubate le chiavi di casa a una delle vittime, si “sarebbe introdotta all’interno dell’abitazione” riuscendo a prendere un foglio con i codici pin delle carte ed effettuando “2 prelievi per un importo complessivo di 600 euro e ricariche e spese varie per un importo di ulteriori 600 euro“.
Per quel che riguarda le indagini a carico della donna, queste sono state condotte:
- dai carabinieri di Livorno per 37 reati (19 furti, 6 ricettazioni, 9 indebiti utilizzi di strumenti di pagamento, 2 reati di porto d’armi od oggetti atti ad offendere, 2 di possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli);
- dalla squadra mobile per 10 reati;
- dalla polizia municipale per 2 reati;
- dalla Guardia di finanza per 1 reato.
La 36enne è accusata di aver messo “in atto diversi modus operandi, affinatosi con il tempo per massimizzare i profitti delle condotte illecite“.