Liliana Resinovich, spunta l'ipotesi suicidio: cosa è emerso dall'autopsia sul corpo della donna scomparsa
Dopo aver escluso inizialmente la pista del suicidio, gli investigatori stanno valutando l'ipotesi del gesto estremo dopo l'assunzione di sostanze
Trieste rimane con il fiato sospeso mentre gli inquirenti passano al vaglio tutte le ipotesi sulla morte di Liliana Resinovich, scomparsa da casa il 14 dicembre. Il suo corpo è stato ritrovato il 5 gennaio in una zona boschiva vicino all’ex ospedale psichiatrico. La donna sarebbe deceduta per soffocamento, ma dall’esame autoptico non sarebbero emersi segni di violenza, come anticipa il Corriere della Sera. Sul cadavere non ci sarebbero infatti prove di accoltellamento, strangolamento o strozzamento.
Spunta così una nuova teoria, che era stata esclusa dopo il suo ritrovamento: Liliana Resinovich si sarebbe suicidata. Ancora da capire come, e per questo sono stati disposti gli esami istologici e tossicologici.
La donna potrebbe infatti aver assunto, volontariamente o sotto costrizione, sostanze letali, farmaci o droghe. Gli accertamenti disposti dalla Procura di Trieste non saranno pronti però prima di un mese.
Liliana Resinovich, spunta l’ipotesi suicidio: la possibile ricostruzione
Il corpo di Liliana Resinovich è stato trovato in posizione fetale all’interno di un paio di sacchi neri della spazzatura, aperti, con la testa infilata in due buste di nylon chiuse sul collo. Le circostanze hanno subito fatto pensare a un delitto, ma la nuova ricostruzione proposta dagli investigatori avallerebbe l’ipotesi suicidio.
La donna avrebbe preso dei farmaci, sarebbe entrata con i piedi in un sacco nero e ne avrebbe infilato un altro sul capo, si sarebbe stesa a terra, avrebbe messo sulla testa le buste di nylon stringendole al collo in modo da togliere l’ossigeno e perdere coscienza, per lasciarsi andare.
Liliana Resinovich, spunta l’ipotesi suicidio: il parere dei medici legali
Raffaele Barisani, il medico legale nominato dal marito della donna, Sebastiano Visintin, ha dichiarato al Corriere della Sera che “si pensa a un’ingestione di sostanze, un avvelenamento. O le ha prese lei o qualcuno gliele ha date, la questione è complicata”.
“L’ultimo suicida con sacchetto che ho visto si era scolato una bottiglia di vodka, se avesse bevuto solo quella si sarebbe salvato”, gli ha fatto eco il collega Carlo Moreschi, consulente nominato da Sergio Resinovich, fratello di Liliana.
Liliana Resinovich, tutte le ipotesi aperte: giallo sul triangolo amoroso
Assistito come parte offesa, Sebastiano Visintin, fotografo 72enne in pensione, aveva inizialmente escluso il suicidio, spiegando di non essersi reso conto del malessere della moglie. Poi si è detto possibilista, anche alla luce della frequentazione della donna con il suo ex Claudio Sterpin.
Quest’ultimo avrebbe dichiarato che Liliana Resinovich aveva intenzione di lasciare il coniuge, che a sua volta ha risposto che la donna sarebbe stata “plagiata” dall’82enne.
Un triangolo che sembrava al centro del possibile delitto, anche se ora la Procura di Trieste ammette che “non si può privilegiare l’omicidio rispetto al suicidio”. Tutte le possibilità, dunque, rimangono sul tavolo.