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Le ultime ore del sottomarino Titan prima dell'implosione: il racconto della moglie di un passeggero

Cosa è successo prima dell’implosione del Titan? La moglie di un passeggero ha raccontato i fatti delle ultime ore e i preparativi della spedizione

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

La vicenda del Titan sembra avere ancora molto da raccontare. Attraverso le parole della moglie di un passeggero arrivano le immagini delle ultime ore all’interno del sottomarino prima dell’implosione. La donna doveva accompagnare il marito nella spedizione subacquea, ma alla fine ha deciso di lasciare il posto a suo figlio.

Le ultime immagini dal Titan

Il Titan ha viaggiato diverse volte verso l’esplorazione del relitto del Titanic prima della tragedia dello scorso 18 giugno. A ogni nuova immersione le immagini trasmesse hanno permesso ad appassionati e non solo di posare per la prima volta lo sguardo sul monumento di un fatto storico che ha toccato, anche grazie al film di James Cameron (che ha commentato la triste vicenda), il cuore di diverse generazioni.

Si potrebbe riassumere così la voglia di scendere nelle profondità dell’oceano per vedere il relitto. Le ultime immagini, prima dell’implosione del mezzo, che gli occhi dei passeggeri devono aver visto sono state oscurità e tante creature marine. Le parole di Christine Dawood, moglie di Shahzada Dawood e madre di Suleman Dawood (entrambi morti nella tragedia) aprono una porta sulla preparazione e sul funzionamento del viaggio del Titan.


Passeggeri del Titan deceduti nell’implosione

La preparazione prima della spedizione

Christine Dawood avrebbe dovuto accompagnare il marito Shahzada nella spedizione. Prima dell’immersione ha quindi seguito la preparazione, direttamente e indirettamente con il marito e il figlio. La donna ha raccontato che i partecipanti alla spedizione erano stati invitati a diverse riunioni sulla sicurezza, a seguire una specifica alimentazione (povera di fibre) e a indossare indumenti caldi.

I passeggeri del Titan avevano la possibilità di portare con loro alcuni oggetti per passare il tempo fino al momento dell’accensione dei fari per visionare il Titanic. Suleman aveva portato a bordo, inoltre, un cubo di Rubik mentre Shahzada una macchina fotografica.

Prima della partenza

La ricostruzione delle ore prima della partenza viene fornita da Christine Dawood al New York Times. Nello speciale si legge che OceanGate era solita presentare l’immersione come un viaggio spaziale, usando termini come quelli della Nasa o di SpaceX prima del lancio. Anche i passeggeri prendevano parte a questo racconto di “primi uomini che…” infatti non venivano mai chiamati clienti o turisti, ma “specialisti di missione”.

Christine ha raccontato che la preparazione sembrava ben oliata e fatta da professionisti. A tranquillizzarla c’erano poi le diverse missioni arrivate fino alle profondità del Titanic. La missione sarebbe dovuta durare 12 ore, scendendo di circa 25 metri al minuto, ma dopo appena un’ora e quarantacinque minuti il segnale era sparito.

Fonte foto: IPA

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