Il regista di Titanic James Cameron sul sottomarino Titan: "Tragedia era solo una questione di tempo"
Il regista di Titanic ha parlato anche dell'amicizia che lo legava a una delle vittime morte a bordo del Titan, l'esploratore Paul-Henri Nargeolet
Della tragedia del Titan non si dice stupito nemmeno il regista di Titanic. Per James Cameron l’implosione del sottomarino era “solo questione di tempo”, viste le scarse misure di sicurezza prese durante la costruzione. Cameron ha poi parlato dell’amicizia che lo legava a una delle vittime.
Il sottomarino come il Titanic
Interpellato sull’implosione del sottomarino Titan, che ha portato alla morte dei 5 passeggeri a bordo, James Cameron non ha potuto non notare le evidenti analogie.
Il regista di Titanic ha paragonato la vicenda all’affondamento del transatlantico avvenuto nel 1912: “Il Titanic ci affascina perché sembra un fallimento colossale di qualche tipo di sistema di allora, e 1.500 persone ne pagarono il prezzo“.
Le 5 vittime che si trovavano a bordo del mezzo della OceanGate
In quel caso, dice Cameron “al capitano furono dati diversi avvertimenti sulla presenza di ghiaccio davanti alla sua nave. Eppure si lanciò a tutta velocità in una notte buia”.
Anche in questo caso, quindi, nessuna sorpresa sull’esito della vicenda. La tragedia del sommergibile Titan era “solo questione di tempo”.
Per il regista, la OceanGate aveva tutti gli elementi a disposizione per sapere che quello non era un viaggio sicuro.
Anche le persone a bordo, erano state avvertite che “ci poteva essere un evento letteralmente catastrofico“. Se fosse stato al loro posto, aggiunge, “non sarei mai salito a bordo”.
Le condizioni del sommergibile
Eppure Cameron ha partecipato a 33 spedizioni per vedere il relitto del Titanic.
Ma nel caso del sottomarino della OceanGate è sempre stato titubante, dato che l’azienda “ha fatto il minimo indispensabile” perché “andava al risparmio” e “non si è procurata la certificazione perché sapevano che non sarebbero passati”, ha dichiarato alla Bbc.
“Chi stava progettando e gestendo il sommergibile era stato avvertito sia internamente che c’era il rischio di un guasto catastrofico. Ed è esattamente quello che è successo” ha aggiunto.
Appena saputo della scomparsa del sottomarino, racconta di aver pensato subito a un’implosione.
“Abbiamo avuto la conferma entro un’ora che c’era stato un forte scoppio nello stesso momento in cui le comunicazioni secondarie sono state perse. Perdita del transponder. Perdita di comunicazioni. Sapevo cosa era successo. Il sottomarino era imploso.“.
L’amicizia con una vittima
Il regista ha poi rivelato che una delle vittime, ovvero l’esploratore oceanico francese Paul-Henri Nargeolet, era suo amico.
Il 73enne, che si trovava a bordo del Titan insieme agli altri 4 passeggeri, aveva partecipato alle prime spedizioni verso il relitto del Titanic e aveva aiutato a recuperare oltre 1800 oggetti.
“Questa è una comunità molto piccola. Conoscevo PH da 25 anni. Che sia morto tragicamente in questo modo è quasi impossibile per me da elaborare”, ha aggiunto.