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POLITICA ESTERA

La dichiarazione Ue sui diritti LGBT non viene firmata dall'Italia: per il governo "ricalca la legge Zan"

L'Italia non ha firmato la dichiarazione Ue sull'omofobia. Secondo il governo il testo era troppo simile alla legge Zan. La ministra Roccella accusa la sinistra di propagandare le teorie gender

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’Italia si sfila e non firma la dichiarazione Ue sui diritti LGBT. Dei 27 Stati che compongono l’Unione europea sono 9 quelli che hanno negato la firma. L’Italia è in compagnia di Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, il testo europeo contro l’omofobia ricalca “fondamentalmente il contenuto della legge Zan“.

L’Italia non firma la dichiarazione Ue contro l’omofobia

Lo scorso 7 maggio, l’Italia aveva aderito alla dichiarazione contro omofobia, transfobia, bifobia del Servizio europeo per l’azione esterna.

Poi, il 17 maggio, è arrivato il no alla firma della dichiarazione Ue che è stata presentata dalla presidenza di turno belga. Dichiarazione che era stata preparata in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, che si celebra appunto venerdì 17 maggio.

I 18 Stati firmatari si sono impegnati, in particolare, “ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbtiq+ e a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l’uguaglianza quando sarà formata la prossima Commissione”.

I firmatari chiedono poi alla Commissione di “perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone Lgbtiq+ durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile”.

Hanno firmato la dichiarazione Belgio, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Germania, Portogallo, Slovenia, Francia, Svezia e Spagna.

Eugenia Maria Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.

Perché l’Italia non ha firmato

L’Italia non firmato la dichiarazione Ue perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan“.

Questa la spiegazione che arriva dal ministero della Famiglia. È stata “una decisione presa giorni fa”, viene aggiunto.

“Il governo italiano – ha dichiarato la ministra Eugenia Roccella – è in prima linea contro ogni discriminazione in tutto il mondo, da qualsiasi parte provenga, mentre la sinistra usa la sacrosanta lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale come foglia di fico per nascondere il suo vero obiettivo, e cioè il gender“.

La reazione di Elly Schlein

“Che rabbia e che vergogna questo governo che decide di non firmare una dichiarazione per le politiche europee a favore delle persone LGBTQ+. Non è accettabile”.

Questo il commento della segretaria del Pd Elly Schlein. “Questo governo – ha aggiunto – che pure l’anno scorso aveva firmato quest’anno non lo ha fatto per fare campagna sulla pelle delle persone discriminate”.

Fonte foto: ANSA

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