Eni, un giacimento di gas a Cipro: fine a dipendenza dalla Russia? Cosa è emerso finora
Importante scoperta dell'azienda italiana, che con il ritrovamento di una grande riserva di gas compie un passo verso l'indipendenza energetica
Importante scoperta al largo di Cipro: l’Eni ha individuato in profondità una notevole riserva di gas, che potrebbe permetterci di alleggerire la difficile situazione energetica causata dai tagli russi.
- La scoperta al largo di Cipro
- Il gas già trovato nel 2018
- Un passo verso una minore dipendenza dalla Russia
La scoperta al largo di Cipro
A circa 160 km dalle coste cipriote, ad una profondità di quasi 2300 metri, è stata ritrovata una cospicua riserva di gas.
Le prime stime parlano di 2,5 Tcf (trilioni di piedi cubi), equivalenti all’incirca a 70 miliardi di metri cubi.
Per avere stime più esatte però bisognerà aspettare le valutazioni che arriveranno da un nuovo pozzo esplorativo. Dall’azienda energetica parlano però di “significativo potenziale aggiuntivo”.
L’attuale pozzo esplorativo, chiamato Cronos-1, è il quarto costruito nella zona. Nella sua attività, come spiega Eni, ha incontrato “un’importante colonna di gas in una sequenza di roccia serbatoio carbonatica con proprietà da discrete ad eccellenti”.
Il gas già trovato nel 2018
Eni è attiva a Cipro dal 2013. Già nel febbraio 2018 il pozzo Calypso-1, perforato fino a una profondità totale di 3827 metri, aveva trovato una colonna mineralizzata a gas metano in rocce risalente al Miocene e al Cretaceo.
Eni Cyprus, la società che opera sull’isola, possiede una quota del 50% delle perforazioni. La restante parte è di proprietà della francese TotalEnergies.
Un passo verso una minore dipendenza dalla Russia
La scoperta di Cronos-1, come spiega la società italiana in un comunicato, “crea le condizioni per portare a sviluppo ulteriori potenziali volumi di gas nella regione e rappresenta una delle azioni conseguite da Eni a supporto della fornitura di ulteriore gas all’Europa”.
La speranza è che le strategie esplorative messe in atte da Eni e dalle altre società operanti nel settore possano ridurre drasticamente la dipendenza dell’Europa dal gas russo.
Scongiurando così, ci si augura, sia ulteriori ripercussioni russe che nuovi aumenti in bolletta.