I risultati dell'autopsia sull'ambulante ucciso a Civitanova Marche: cosa ha ucciso Alika
Emergono i primi risultati dall'autopsia di Alika Ogorchukwu, ucciso a mani nude dal 32enne operaio Filippo Ferlazzo: come è morto l'ambulante
Si è tenuta nel corso della giornata di oggi, martedì 2 agosto, l’autopsia sul corpo di Alika Ogorchukwu, l’ambulante di origini nigeriane ucciso di botte a Civitanova Marche. Per il suo omicidio è stato arrestato il reo confesso Filippo Ferlazzo, per il quale è stata confermata la custodia in carcere.
- I risultati dell'autopsia sull'ambulante ucciso a Civitanova
- Asfissia e choc emorragico: cosa è emerso dal corpo
- L'assassino Filippo Ferlazzo resta in carcere
- La morte di Alika diventa un caso politico
I risultati dell’autopsia sull’ambulante ucciso a Civitanova
A riportare le prime indiscrezioni sui risultati dell’autopsia sul corpo del 39enne Alika Ogorchukwu è Repubblica. Stando al quotidiano, le analisi effettuate hanno rilevato che la causa di morte dell’ambulante sarebbe compatibile con lo schiacciamento del corpo.
Possibile, quindi, che sia scaturito anche un soffocamento. Tuttavia, non sarebbe ancora chiaro se questo schiacciamento abbia o meno provocato traumi agli organi interni, tali da determinare la morte di Alika.
La strada di Civitanova Marche dove è morto Alika Ogorchukwu
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Filippo Ferlazzo avrebbe prima colpito l’ambulante con le sue stesse stampelle, quindi si sarebbe accanito su di lui e lo avrebbe ucciso a mani nude. Dai risultati dell’autopsia, però, potrà emergere un quadro più chiaro utile anche in fase processuale.
Asfissia e choc emorragico: cosa è emerso dal corpo
Ancor più nel dettaglio seppur in via preliminare, il procuratore di Macerata facente funzione Claudio Rastrelli ha reso noto che ad uccidere Alika è stata una “asfissia violenta con concomitante choc emorragico interno”.
Si dovrà però attendere che la consulenza tecnica autoptica venga depositata per divulgare maggiori informazioni, “tenuto conto della particolare gravità e rilevanza del caso” ha sottolineato il procuratore.
L’assassino Filippo Ferlazzo resta in carcere
L’attenzione per il brutale omicidio di Civitanova Marche è tutta sul come, non sul chi. Su quello non ci sono dubbi, vista la quantità di testimoni, immagini e la confessione del 32enne operaio originario di Salerno Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo.
Il giudice per le indagini preliminari di Macerata ha confermato la custodia cautelare in carcere per l’uomo, ritenuto “soggetto violento e con elevata pericolosità sociale“. A pesare, nella decisione, sono anche le notizie emerse circa lo stato di salute mentale di Ferlazzo.
Come confermato anche dalla madre, il 32enne sarebbe affetto da una sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline di personalità. In passato è stato in cura presso una comunità di Lecce per problemi di droga, quindi soggetto ad un Tso e alcuni ricoveri al pronto soccorso.
La morte di Alika diventa un caso politico
Sin dal principio, l’omicidio di Alika a Civitanova Marche è diventato un caso finito sotto i riflettori della politica. Per la Procura è stata esclusa la matrice razzista, ma una parte della politica – specialmente di sinistra – ha sfruttato la vicenda sotto questo punto di vista e questo naturalmente ha provocato le ire della controparte – la destra.
Un amico di Alika, tuttavia, ha lanciato un duro appello a tal proposito: “Ho avvisato il sindaco dieci giorni fa, gli ho chiesto di abbassare i toni in merito alle questioni del razzismo, ma lui non si è interessato e anche il giorno dopo la morte di Alika era con gli amici a fare l’aperitivo” ha detto a Morning News.
Stesso appello rivolto anche ai politici, da Giorgia Meloni ad Antonio Tajani, coloro che nelle ultime ore hanno detto la loro sulla morte di Alika.