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Civitanova Marche, parla la madre di Filippo Ferlazzo: cosa ha detto dell'omicidio per mano del figlio

Ursula Loprete, madre di Filippo Ferlazzo, ha rotto il silenzio sull'omicidio di Alika Ogorchukwu per mano del figlio: cosa ha rivelato

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L’omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche continua a lasciare attonita l’opinione pubblica e i diretti interessati dalla vicenda. Dopo le parole di scuse dell’assassino reo confesso, Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, ora anche la madre-tutor dell’operaio 32enne ha rotto il silenzio e detto la sua su quanto accaduto.

La madre di Ferlazzo: “Sono distrutta”

Ursula Loprete, 50 anni, ha affidato a La Stampa le sue parole sull’omicidio avvenuto per mano del figlio: venerdì scorso, 29 luglio, l’uomo ha preso a pugni l’ambulante di origini nigeriane Alika Ogorchukwu, fino ad ucciderlo. In questi giorni è emerso un quadro psicologico precario, motivo per cui la matrice razzista è stata esclusa dai fatti di Civitanova Marche.

La madre si è detta “distrutta, come donna e come madre“. Il pensiero va al bambino di Alika, “rimasto senza padre a soli 8 anni e a una moglie rimasta senza marito”. Ursula, che del figlio Filippo Ferlazzo è stata nominata amministratrice di sostegno, si dice sconvolta dalla possibilità che il figlio rischi l’ergastolo.

Carcere di AnconaFonte foto: ANSA
Filippo Ferlazzo si trova nel carcere anconetano di Montacuto

Allo stesso tempo, tuttavia, specifica che “non è razzista, è malato, è bipolare e io ho tutti i documenti medici che possono provarlo”.

Filippo Ferlazzo soffre di bipolarismo: i precedenti

È proprio questo il retroscena che ha contribuito a cambiare la narrazione iniziale dell’omicidio di Civitanova Marche, una furia cieca scattata dopo l’apparente insistenza di Alika nel chiedere l’elemosina e di un presunto braccio afferrato alla fidanza di Filippo Ferlazzo, Elena.

L’uomo, a Civitanova per amore e per lavoro, è originario di Salerno e la sua infanzia è stata segnata dalla separazione dei genitori, problemi di droga e psichiatrici. Ferlazzo si è sottoposto a 2 anni di cure in una comunità di Lecce: all’uomo sarebbe stata diagnosticata una sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline di personalità.

Negli scorsi anni, è stato sottoposto a un Tso su richiesta stessa della madre. Il compagno della donna, nella stessa intervista, ha provato a difendere così il figlio di Ursula: “Sapeva che Filippo stava male ma mai avrebbe immaginato un epilogo del genere”. Punta il dito contro la campagna mediatica che starebbe speculando sulla sua famiglia, ma “saremo in grado di provare i disturbi psichici di cui soffre da anni a Filippo e tutto l’impegno di sua madre, con ricoveri anche in comunità, per cercare di curarli”.

L’assassino di Alika resta in carcere

Ci si è chiesti perché un uomo con questo quadro clinico potesse trovarsi a così tanta distanza dalla madre-tutor, ma come specificato dall’avvocato di Ferlazzo, Roberta Bizzarri, l’uomo non è interdetto e “conserva la capacità d’intendere e di volere con la possibilità di spostarsi liberamente”.

La difesa ha già annunciato che chiederà di valutare l’infermità mentale di Ferlazzo nell’omicidio di Alika, ma nel frattempo il giudice per le indagini preliminari di Macerata, Claudio Bonifazi, ha confermato la custodia in carcere.

Il 32enne è ritenuto “soggetto violento e con elevata pericolosità sociale” e c’è il timore che possa esserci reiterazione del reato.

civitanova-ferlazzo-alika Fonte foto: ANSA
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