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L’Aquila a 15 anni dal terremoto la fiaccolata notturna ricorda le 309 vittime della tragedia del 2009

Una fiaccolata nelle stesse ore in cui, 15 anni fa, si registrò la prima scossa: L’Aquila ricorda le vittime del terremoto del 2009

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Maria Francesca Moro

GIORNALISTA

Giornalista professionista specializzata in cultura e ambiente, si occupa anche di cronaca, attualità e politica. Inizia il suo percorso nel mondo della carta stampata, per poi impugnare la telecamera e raccontare l’attualità su social e tg nazionali.

Il 6 aprile 2009 un forte terremoto colpì la città de L’Aquila, in Abruzzo, uccidendo 309 persone e distruggendo oltre 80mila case. A 15 anni dalla tragedia, i cittadini sfilano in ricordo delle vittime, con una lunga fiaccolata che ha attraversato i luoghi più colpiti dal sisma, proprio nelle stesse ore in cui allora si registrò la prima scossa.

15 anni dal terremoto a L’Aquila

L’intera popolazione del capoluogo abruzzese riunita per ricordare il momento che sconvolse per sempre la vita della città.

La fiaccolata notturna in ricordo delle vittime del terremoto del 2009 è un appuntamento vivo da anni, da sempre momento di riflessione e speranza per gli abitanti della città.

L’Aquila si illumina di blu nel 15esimo anniversario

E quest’anno, in occasione del 15esimo anniversario della tragedia, l’emozione è stata ancora più forte, sfilando proprio nei luoghi dove il sisma colpì con maggiore violenza.

A concludere il corteo, due giovani aquilani nati proprio nell’anno del sisma, che hanno acceso il braciere al Parco della Memoria.

Sono Elisa Nardi e Tommaso Sponta, entrambi studenti del Conservatorio comunale, simbolo di una nuova generazione e di speranza nel futuro.

Infine, alle 3:32, ora della prima scossa, la campana del Duomo ha suonato 309 rintocchi, tanti quanto coloro che persero la vita quella notte di 15 anni fa.

Il ricordo dei familiari delle vittime

Presenti alla cerimonia Vincenzo e Federico Vittorini, padre e figlio portavoce tra i familiari delle vittime.

“Questo è un momento in cui dobbiamo passare il testimone alle nuove generazioni. Il terremoto lo ha subìto una comunità intera, specie i più giovani, su di loro dobbiamo investire per creare opportunità nuove all’interno della comunità” sono state le parole di Federico.

E al ricordo per chi non c’è più si unisce la rabbia per una ricostruzione ancora indietro e la preoccupazione per il presente, nelle parole di Sergio Bianchi, cui il sisma ha portato via un figlio:

È una lezione che va colta in un momento in cui nel Paese si ricostruisce senza fare prevenzione, mentre nessuno pensa a ricostruire le nostre famiglie.

Le parole del sindaco

Dopo l’accensione del braciere e la lettura dei nomi delle vittime, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio in Piazza Duomo si è svolta la Santa Messa.

Partecipe anche il sindaco de L’Aquila (eletta capitale della Cultura 2026) Pierluigi Biondi, che ha condiviso con la cittadinanza alcune toccanti riflessioni:

Quindici anni fa abbiamo sentito il respiro di Dio nell’istante stesso in cui abbiamo capito che non tutto era perduto. Oggi possiamo dire che la nostra rinascita è come un romanzo che ha saputo tradurre i graffi dell’anima in opere d’arte, il sentire collettivo in un bellissimo ritmo urbano, la città in un luogo di cultura permanente, nichilismo o rassegnazione.

Fonte foto: IPA

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