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Javier Milei è il nuovo presidente dell'Argentina: "Non ci sono soldi". Anche Zelensky presente al giuramento

Il nuovo presidente dell'Argentina Javier Milei ha prestato giuramento nella cerimonia di Buenos Aires di fronte a migliaia di cittadini

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

L’ultraliberista Javier Milei è ufficialmente il nuovo presidente dell’Argentina. Il leader dell’estrema destra vincitore alle ultime elezioni nel Paese sudamericano ha giurato a Buenos Aires, nella cerimonia di insediamento che dà inizio al suo mandato di quattro anni come Capo di Stato. Nel suo primo discorso davanti a migliaia di cittadini Milei ha avvertito che “non ci sono soldi” e che per questo “non c’è alternativa allo shock” economico. Presente anche Volodymyr Zelensky.

La cerimonia

L’era del nuovo presidente argentino anti-sistema è iniziata sulla scalinata del Palazzo del Congresso, rompendo il cerimoniale che prevede il discorso del Capo di Stato pronunciato davanti alle Camere riunite.

Di fronte alle migliaia di persone accorse nella piazza antistante in Parlamento, Milei ha ricevuto il bastone presidenziale e la fascia biancoceleste dal predecessore Alberto Fernandez. “Si è concluso un periodo di decadenza e inizia un cammino di crescita e redenzione – ha dichiarato il 53enne neopresidente – L’elettorato ha espresso una volontà di cambiamento che non ha ritorno, comincia una nuova era, un’era di pace e prosperità“.

Il nuovo presidente argentino Javier Milei durante il discorso di giuramento sulle scale del Palazzo del Congresso di Buenos Aires

Alla cerimonia hanno preso parte diversi rappresentanti di Paesi stranieri, tra i quali il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il re Felipe VI di Spagna e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al quale Milei ha riservato un caloroso abbraccio. Per l’Italia è volata a Buenos Aires la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, mentre la Francia ha inviato il ministro della Trasformazione, Stanislas Guerini e il Regno Unito il ministro per le Americhe ed i Territori d’Oltremare, David Rutley.

Il discorso

Durante il discorso di insediamento Milei ha da subito messo le cose in chiaro avvertendo il popolo argentino che saranno necessarie delle riforme shock e una politica di tagli per fare uscire il Paese “dalla profonda crisi economica, il governo dell’Argentina”, che ha ricevuto “la peggiore eredità fiscale della storia”.

“Per l’economia nel breve termine le cose peggioreranno”, ha dichiarato Milei “dovrò prendere tutte le decisioni che si renderanno necessarie”.

La politica economica

Il 53enne neopresidente ultraliberista ha spiegato che al momento, il Paese sconta un “deficit pari al 17 per cento del prodotto interno lordo, il 5 per cento legato al tesoro e il 10 per cento alla Banca centrale. Occorre quindi fare una manovra fiscale nel settore pubblico per circa 5 punti di pil. Una manovra che questa volta cadrà quasi interamente sullo Stato e non sul settore privato”.

Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l’ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l’Argentina” ha avvisato Milei.

Rilanciando il suo progetto di “dollarizzazione” sostenuto nel programma elettorale, Milei ha riaffermato l’intenzione di “mettere fine all’emissione di denaro, e con questo all’unica causa teorica e scientificamente provata dell’inflazione, spiegando però che dato che la politica monetaria produce i suoi effetti con “un ritardo di 18-24 mesi, anche se smettessimo oggi di emettere denaro continueremo a pagare i costi del disastro lasciato dal governo uscente. Aver emesso moneta per i 20 per cento del pil, non è a costo zero”.

Fonte foto: ANSA

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