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Italia tra gli 8 Paesi Ocse su 38 senza salario minimo: obiettivo 9 euro, per l'Ue sarebbero giusti 7,68 euro

In Italia si accende il dibattito sul salario minimo, ma qual è la situazione nel resto d'Europa e del mondo? Quanto vale la misura

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

La discussione sul salario minimo continua a tenere banco in Italia. L’opposizione insiste per farlo approvare dal Parlamento, la maggioranza invece ribadisce la sua contrarietà. Nel frattempo viene fuori, inevitabilmente, il confronto tra il nostro e gli altri Paesi del G7 e dell‘Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Ecco dove è in vigore la misura, quanto vale e a quanto dovrebbe essere corrispondere in Italia secondo l’Unione europea.

I Paesi del G7 in cui c’è il salario minimo (e quanto vale)

Il 2 luglio scorso Carlo Calenda, leader di Azione, ha dichiarato a Repubblica che l’Italia è “l’unico Paese del G7” a non avere un salario minimo fissato per legge.

Notizia che corrisponde a verità, dato che la misura è prevista nel gruppo dei ‘grandi 7’, ossia i 7 Paesi più industrializzati al mondo: oltre al nostro ci sono Usa, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito.

Carlo Calenda, leader di Azione

Ecco quanto vale il salario minimo in quei Paesi, stando al rapporto pubblicato dall’Ocse sull’inflazione lo scorso dicembre:

  • Francia: 12,6 dollari l’ora (11,25 euro al cambio attuale);
  • Germania: 12, 2 dollari l’ora (10,90 euro);
  • Regno Unito: 11,3 dollari l’ora (10,09 euro);
  • Canada: 10,6 dollari l’ora (9,47 euro);
  • Giappone: 8 dollari l’ora (7,15 euro);
  • Stati Uniti: 7,3 dollari l’ora (6,52 euro).

Il salario minimo nei Paesi OCSE

Sempre Carlo Calenda, questa volta al Corriere della Sera, ha attaccato Antonio Tajani, leader di Forza Italia, dopo la frase sul salario minimo definito “da Unione Sovietica”, bollandola come “stupidaggin” visto che “ce l’hanno tutti i Paesi dell’Ocse”.

In realtà, come dimostra la stessa Ocse – che mette insieme i Paesi tra i più sviluppati al mondo con un’economia di mercato in comune – nel rapporto di dicembre, sono 30 su 38 le nazioni ad avere il salario minimo.

Oltre all’Italia, manca in:

  • Austria;
  • Danimarca;
  • Finlandia;
  • Islanda;
  • Norvegia;
  • Svezia;
  • Svizzera.

Su 38 Stati membri dell’Ocse, in 19 avevano già un salario minimo fissato per legge nel 1990, mentre 11 hanno deciso di introdurlo negli ultimi trent’anni. Tra questi ci sono solo Paesi europei, tra cui il Regno Unito e la Germania.

Ovviamente, come sottolineato da Pagella Politica, ci sono grosse differenze nel valore del salario minimo nei 30 Paesi che lo adottano. In testa la Colombia, dove equivale a circa 92% del salario mediano (ossia quello sotto al quale c’è la metà dei lavoratori e sopra l’altra metà), mentre all’ultimo posto ci sono gli Stati Uniti, con un rapporto pari al 29%. Ecco la lista completa dei Paesi Ocse in cui è in vigore:

  • Australia;
  • Belgio;
  • Canada;
  • Cile;
  • Colombia;
  • Corea del Sud;
  • Costa Rica;
  • Estonia;
  • Francia;
  • Germania;
  • Giappone;
  • Grecia;
  • Irlanda;
  • Israele;
  • Lettonia;
  • Lussemburgo;
  • Messico;
  • Nuova Zelanda;
  • Olanda;
  • Polonia;
  • Portogallo;
  • Regno Unito;
  • Repubblica Ceca;
  • Slovacchia;
  • Slovenia;
  • Spagna;
  • Stati Uniti;
  • Turchia;
  • Ungheria.

A questi si aggiungono anche 5 Paesi partner dell’Ocse:

  • Brasile;
  • Cina;
  • India;
  • Indonesia;
  • Sudafrica.

Cosa sono i contratti collettivi nazionali di lavoro

In Italia non c’è ancora una legge che stabilisca l’obbligo di un salario minimo, ma esistono comunque i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) che definiscono i minimi salariali per diversi settori economici.

La percentuale dei lavoratori dipendenti coperti da questi contratti nazionali non è definibile precisamente, ma è comunque “più alta rispetto alla media degli altri Paesi, sicuramente superiore all’80% individuato dall’Unione europea come limite sotto il quale va ampliata la contrattazione collettiva”, ha detto a Pagella Politica Francesco Seghezzi, presidente di Fondazione Adapt, associazione che si occupa di studi e ricerche sul tema del lavoro.

Facendo un confronto con due Paesi del G7, la percentuale dei lavoratori con un contratto collettivo nazionale, nel 2020, era pari al 12% negli Stati Uniti e al 17% in Giappone.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, martedì 18 luglio ha dichiarato a Filorosso su Rai 3 che “in alcuni settori, compreso quello del turismo, sono anni che non vengono rinnovati i contratti. Io condivido il fatto che non serve semplicemente un salario minimo, ma una norma che stabilisca che i trattamenti dei contratti collettivi nazionali devono avere un valore per legge che oggi non hanno. Il tema non è solo il salario minimo, ma una legge che stabilisca non solo i diritti dei lavoratori dipendenti, ma anche per gli autonomi, le partite Iva, eccetera. Basta con la competizione tra i lavoratori’. Questo Governo non sta parlando con i sindacati, ha una maggioranza, prende le decisioni senza discuterne”.

Le indicazioni dell’Unione europea

La Commissione europea ha fornito un criterio tecnico per arrivare alla somma oraria considerata giusta, che si basa su valori di riferimento “comunemente impiegati a livello internazionale come il rapporto tra il salario minimo lordo e il 60% del salario lordo mediano e il rapporto tra il salario minimo lordo e il 50% del salario lordo medio, valori che attualmente non sono soddisfatti da tutti gli Stati membri, o il rapporto tra il salario minimo netto e il 50% o il 60% del salario netto medio“.

Tradotto per l’Italia, dove il salario medio orario lordo secondo l’Istat è di 14,5 euro e il valore lordo mediano è di 12,8 euro l’ora, il salario minimo potrebbe essere di 7,68 euro lordi l’ora.

Ma per quanto riguarda gli altri Paesi dell’Unione europea?

Sono 21 su 27 i Paesi che hanno un salario minimo previsto dalla legge.

Tra questi, però, solo 6 superano i 9 euro l’ora ‘richiesti’ da Giuseppe Conte ed Elly Schlein, firmatari della proposta di legge al vaglio del Parlamento:

  • Lussemburgo: 13,05 euro l’ora;
  • Olanda: 10,58 euro l’ora;
  • Francia: 10,57 euro l’ora;
  • Irlanda: 10,50 euro l’ora;
  • Belgio: 10,25 euro l’ora;
  • Germania: 9,82 euro l’ora.

Gli altri 15 Paesi hanno salari minimi fissati dalla legge inferiori ai 7 euro orari.

Secondo un report del 2022 di WSI sul salario minimo:

  • Slovenia: 6,21 euro l’ora;
  • Spagna: 6,06 euro l’ora;
  • Malta: 4,57 euro l’ora;
  • Lituania: 4,47 euro l’ora;
  • Portogallo: 4,25 euro l’ora;
  • Estonia: 3,86 euro l’ora;
  • Grecia: 3,83 euro l’ora;
  • Polonia: 3,81 euro l’ora;
  • Repubblica Ceca: 3,76 euro l’ora;
  • Slovacchia: 3,71 euro l’ora;
  • Croazia: 3,60 euro l’ora;
  • Ungheria: 3,21 euro l’ora;
  • Romania: 3,10 euro l’ora;
  • Lettonia: 2,96 euro l’ora;
  • Bulgaria: 2 euro l’ora.

La situazione fuori dall’Unione europea

In Europa, ma fuori dall’Ue:

  • Regno Unito: 10,37 euro l’ora;
  • Turchia: 2,44 euro l’ora;
  • Serbia: 2,31 euro l’ora;
  • Macedonia del Nord: 2,08 euro l’ora;
  • Albania: 1,50 euro l’ora;
  • Ucraina: 1,21 euro l’ora;
  • Russia: 0,92 euro l’ora;
  • Moldavia: 9,83 euro l’ora.

Nel resto del mondo:

  • Australia: 12,91 euro l’ora;
  • Nuova Zelanda: 11,96 euro l’ora;
  • Canada: 9,67 euro l’ora;
  • Giappone: 7,16 euro l’ora;
  • Corea del Sud: 6,76 euro l’ora;
  • Stati Uniti: 6,13 euro l’ora;
  • Argentina: 1,42 euro l’ora;
  • Brasile: 0,86 euro l’ora.

SONDAGGIO SALARIO MINIMO: vorresti che il Governo introducesse la misura fissandolo a 9 euro l’ora?

Fonte foto: Virgilio Notizie ( ANSA

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