Influencer tedesco distrugge statua di Enrico Butti a Viggiù: Janis Danner girava un video con gli amici
Il modello-influencer Janis Danner e i suoi amici in vacanza a Varese hanno distrutto una statua storica e sono stati denunciati
Un gruppo di turisti tedeschi, tra cui anche il modello e influencer Janis Danner, ha ridotto in frantumi una statua di Enrico Butti in una delle residenze d’epoca di Viggiù, in provincia di Varese. L’incidente, il cui danno ammonta a circa 200.000 euro, è stato denunciato dai gestori della villa che hanno puntato il dito contro la star e i suoi amici per un video conclusosi male.
- Tedeschi distruggono statua
- L'incidente nel video
- La rabbia dei gestori
- "Nessuna scusa dagli influencer"
Tedeschi distruggono statua
Un danno prima di tutto storico, poi economico, inquantificabile. La distruzione della statua di Butti, un pezzo unico in pietra alto 170 cm e attribuita alla fase giovanile dello scultore viggiutese, ha infatti sconvolto la comunità.
A provocare la distruzione della scultura sono stati dei tedeschi in vacanza a Villa Alceo, una villa d’epoca dell’Alto Varesotto ai confini con la Svizzera che ospita spesso personaggi dello spettacolo, della politica e della musica. E tra gli ospiti eccellenti, lunedì 31 luglio, c’era anche Janis Danner che è rimasto coinvolto nell’incidente con la statua del Butti.
I resti della statua distrutta
L’incidente nel video
A denunciare l’episodio sono stati i gestori di Villa Alceo, che hanno puntato il dito contro Danner e i suoi amici. Secondo quanto trapela, infatti, il modello-influencer da 1,5 milioni di follower stava girando un video quando, per una serie sfortunata di eventi, è avvenuto il fattaccio.
Sul web circola anche il video delle telecamere di sorveglianza del cortile dov’è avvenuto l’incidente, immagini che catturano l’esatto momento in cui la statua cade e si distrugge in mille pezzi. Si vedono infatti due uomini abbracciare la fragile icona femminile mentre un altro li riprende o fa una foto, con uno dei due che perde l’equilibrio portando con sé la statua facendola cadere a terra.
Un fuggi fuggi generale non ha però evitato al gruppo la brutta figura e, soprattutto, l’ingente danno che probabilmente dovrà essere pagato da tutto il gruppo.
La rabbia dei gestori
Ora Danner e i suoi amici rischiano di dover mettere mano al portafoglio, con l’episodio denunciato dai carabinieri della compagnia di Varese che sono giunti a Villa Alceo raccogliendo la denuncia presentata dai gestori.
“Siamo letteralmente sconvolti”, spiegano dalla struttura, “sono anni che ospitiamo personaggi di caratura internazionale del mondo della musica e della cultura, delegazioni diplomatiche e addirittura ministri. Evidentemente non tutti sono rispettosi dell’arte”. Danner e gli amici sono accusati di danneggiamento aggravato.
“Nessuna scusa dagli influencer”
Il proprietario di Villa Alceo, Bruno Golferini, ha aggiunto all’Adnkronos che “sarei stato contento di ricevere anche solo un gesto umano di scuse e invece da parte loro neanche quello: se ne sono andati una notte prima, senza pagare una parte del conto e portandosi via anche le casse della musica”.
“Mi hanno detto che per loro la statua era fatta di sabbia e non di pietra, dato che si è rotta cadendo, e mi hanno dato 200 euro. Per loro questo è il suo valore”. E invece l’opera, dal titolo ‘Domina’, sarebbe stata valutata 200 mila euro, secondo il proprietario, che ancora scosso da quanto accaduto è più preoccupato dal danno morale che da quello economico: “Il danno non riusciamo ancora a quantificarlo, ma forse è superiore ai 200 mila euro, perché oltre alla statua hanno danneggiato anche i marmi e l’interno della fontana, tempestato di lapislazzuli”.
La cosa peggiore però è stata dover affrontare il gruppo di ospiti tedeschi: erano 12, raggiunti poi da altri 5, tutti tra i 25 e 30 anni, “non mi hanno voluto fornire i loro indirizzi, né il numero della polizza assicurativa. Il giorno successivo avevamo fissato un appuntamento per parlarne, ma sono andati a pranzo sul lago di Como e non si sono presentati. Al ritorno hanno puntato il dito contro di me, dicendo che volevano denunciarmi. Erano in 17, ho avuto anche paura.