Il video dell'omaggio degli U2 ad Alexei Navalny durante un concerto a Las Vegas: l'attacco a Vladimir Putin
Omaggio degli U2 ad Alexei Navalny nel corso del concerto a Las Vegas: Bono chiede di urlare il nome del dissidente, poi attacca Putin
Il nome di Alexei Navalny è risuonato anche nel concerto degli U2 a Las Vegas, col frontman Bono che ha chiesto al pubblico di urlare il nome del dissidente attaccando anche il presidente russo Vladimir Putin. Un omaggio al 47enne che è stato pubblicato in un video sui social del concerto negli States in cui la band ha ricordato Navalny e celebrato chi “crede nella libertà”.
Il ricordo degli U2 per Navalny
Durante il concerto degli U2 a Las Vegas, Paul David Hewson, in arte Bono, ha deciso di rendere omaggio al leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, morto il 16 febbraio.
Il frontman degli U2 ha invitato il pubblico a dire ad alta voce il nome dell’oppositore russo, con un video che è diventato virale sui social. Il cantante, infatti, ha chiesto al pubblico di gridare più e più volte il nome di Navalny, ben scandito per mandare un chiaro messaggio in Russia.
L’omaggio al 47enne
E nel corso dell’omaggio a Navalny, Bono ha ricordato che “la prossima settimana segnerà due anni da quando Putin ha invaso l’Ucraina”. Una decisione, ha sottolineato il cantante, che ha posto fine alla liberà degli ucraini.
“Per queste persone, la libertà non è solo una parola in una canzone, per queste persone è la parola più importante del mondo, così importante che gli ucraini combattono e muoiono per essa” ha ricordato.
E in questo ricordo ha anche aggiunto Navalny: “Così importante che Alexei Navalny ha deciso di rinunciarvi. Quindi ho pensato che stasera, come persone che credono nella libertà, dobbiamo dire il suo nome. Non limitarci a ricordarlo, ma dire: Alexei Navalny, Alexei Navalny”.
L’attacco a Putin
Omaggiando Navalny, quindi, Bono ha puntato il dito contro Vladimir Putin. La decisione di gridare ad alta voce il nome del dissidente, infatti, non è stata casuale.
Bono, infatti, ha spiegato che lui e il pubblico avrebbero dovuto fare quello che il leader russo non avrebbe mai fatto: “Putin non avrebbe mai detto il suo nome”.