Il sottosegretario Delmastro e la foto con la sigaretta al carcere di Brindisi (poi cancellata): è polemica
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in visita al carcere di Brindisi, ha pubblicato una foto con una sigaretta accesa a pochi passi dal cartello di divieto di fumo
Andrea Delmastro al centro delle polemiche, un’altra volta. Il sottosegretario alla Giustizia, in visita al carcere di Brindisi nella giornata di Ferragosto (giovedì 15 agosto), aveva pubblicato una foto sul proprio profilo Instagram in seguito al sopralluogo. L’immagine, rilanciata da diversi utenti sui social e successivamente rimossa, lo ritraeva all’interno dell’istituto penitenziario con una sigaretta accesa, a pochi passi dal cartello di divieto di fumo.
- Andrea Delmastro e la foto con la sigaretta in carcere
- L'immagine rimossa
- La critica del presidente dell'Unione delle Camere Penali
Andrea Delmastro e la foto con la sigaretta in carcere
La foto ha rapidamente fatto il giro dei social, con il profilo X nonleggerlo tra i primi a segnalare la gaffe del politico.
Subito è scattata la polemica: tante le ricondivisioni e le critiche mosse all’esponente di Fratelli d’Italia.
“Grande rispetto per le leggi e le regole! Non potevamo aspettarci niente di più”, ha ironicamente commentato un utente.
“Un bell’esempio di educazione civica e rispetto delle regole di convivenza. Ma che popolo siamo!?”, ha scritto un altro profilo con tono indignato.
L’immagine rimossa
Dopo alcune ore, in seguito alle numerose segnalazioni, Delmastro ha rimosso il post dal proprio profilo Instagram.
Insieme all’immagine incriminata, altre 9 foto allegate sono state cancellate.
Troppo tardi, a ogni modo: il contenuto era già diventato virale e non ha evitato al politico una valanga di rimproveri.
La critica del presidente dell’Unione delle Camere Penali
Per il sottosegretario alla Giustizia non si è trattato dell’unico scivolone di giornata.
Parlando con i giornalisti all’uscita della casa circondariale, Delmastro ha detto di non essersi “inginocchiato alla mecca dei detenuti“, sottolineando che il governo Meloni non ha alcuna intenzione di approvare provvedimenti “svuotacarceri“.
Le dichiarazioni sono state aspramente criticate dal presidente dell’Unione delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza.
“Le parole di Delmastro delle Vedove, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la polizia penitenziaria, perché lui non si inchina ‘alla Mecca dei detenuti’, sono di una gravità definitiva“, ha scritto Caiazza su X.
“E faccio fatica – prosegue il messaggio – a comprendere come sia possibile che nessuno dei soggetti politici (partiti, associazioni) invece attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo, né chieda conto al ministro Nordio cosa pensi di una simile, scandalosa dichiarazione del suo viceministro. Il sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e – specificamente – al ministero che egli indegnamente rappresenta“.
E ancora: “Se costoro vengono custoditi nelle condizioni indecenti che tutti conosciamo, significa che Delmastro delle Vedove in quel momento rappresenta formalmente chi ha la responsabilità di quella indecenza (che naturalmente ha molti padri in questi ultimi decenni). Se va in carcere e parla solo con polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione esplosiva tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità. Chi confonde la politica con la propaganda becera delle proprie idee, non può avere responsabilità di governo di questa importanza”.