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Il decreto Carceri è legge con la novità di Nordio sulla liberazione anticipata: ok della Camera. Cosa cambia

Il decreto Carceri, anche noto come Legge Nordio, ha ricevuto l'ok della Camera dei Deputati: cosa cambia sulla liberazione anticipata e non solo

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Il decreto Carceri è legge. con il via libera definitivo dall’Aula della Camera con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto, è passata la cosiddetta “legge Nordio”, dal nome del ministro della Giustizia. Tra le misure messe in campo sono previste più telefonate per i detenuti, lo snellimento delle procedure per ottenere misure alternative al carcere, ma anche un elenco delle comunità abilitate per la detenzione domiciliare. L’obiettivo, secondo il Guardasigilli, è di “umanizzare la carcerazione”, ma le opposizioni parlano di legge “svuota-carceri” ed è polemica sulla liberazione anticipata.

Il Ministro Nordio: “Non sarà una svuota-carceri”

“Non sarà sicuramente uno svuota-carceri nel senso di aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema”, ha precisato il Guardasigilli, che ha aggiunto: “È un intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell’esecuzione penale. Questo intervento è frutto di una visione del governo Meloni, condivisa dai nostri sottosegretari, che sul punto di vista della Giustizia è orientata essenzialmente su quello che potremmo chiamare umanizzazione carceraria”.

Per Nordio, “Non vi sono indulgenze gratuite”.

NordioFonte foto: ANSA

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Le principali misure del decreto Carceri: liberazione anticipata più facile

Tra le novità contenute nel dl ci sono misure per la semplificazione e velocizzazione delle procedure per concedere la libertà anticipata ai detenuti che ne abbiano il diritto.

In occasione “di ogni istanza di accesso alle misure alternative alla detenzione o ad altri benefici analoghi, rispetto ai quali nel computo della misura della pena espiata è rilevante la liberazione anticipata (il magistrato di sorveglianza) accerta la sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata in relazione ad ogni semestre precedente”, si legge nel testo.

Albo di comunità e telefonate per i detenuti

Il testo prevede inoltre l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di detenuti – come quelli con residuo di pena basso, i tossicodipendenti e quelli condannati per determinati reati – dove potranno scontare il fine pena.

L’intervento va nella direzione di consentire ai molti detenuti, soprattutto stranieri e privi di residenza ufficiale, di avere un luogo per la detenzione domiciliare.

Inoltre all’art.39 è previsto “un incremento del numero dei colloqui telefonici settimanali e mensili”. Slitta di un anno, invece, “l’entrata in vigore del Tribunale per le famiglie. Abbiamo assecondato le aspirazioni della magistratura e dell’avvocatura che lamentavano la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria”, ha spiegato Nordio.

L’intervista all’avvocato Elena Lepre sul decreto Carcere

Elena Lepre è penalista, cassazionista e, dal 2003, Consigliere fondatore dell’associazione della Camera Penale di Napoli, denominata “Carcere Possibile O.N.L.U.S”, che persegue il fine della solidarietà sociale, civile e culturale nei confronti della popolazione detenuta.

La legge è già stata definita “svuota carceri”, ma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha precisato che l’obiettivo è invece una “umanizzazione carceraria”. Qual è la prima impressione? Riuscirà nell’intento?

“Francamente ci si attendeva un intervento normativo decisamente diverso: mi verrebbe da dire “Molto rumore per nulla”! Devo constatare con molta amarezza che nonostante gli accorati appelli del Santo Padre, del Presidente della Repubblica, le risultanze dell’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa, Space I, che ha definito il sistema carcerario italiano tra i peggiori in Europa, nonostante le denunce e battaglie intraprese da alcuni parlamentari, da un nutrito gruppo di intellettuali e associazioni, da tutti i penalisti italiani e nonostante, sopra ogni cosa, i ben 64 suicidi avvenuti nelle carceri italiane dal 1 gennaio ad oggi ( più di 2 a settimana), la tanto attesa Legge Nordio è stata oltremodo deludente”.

Perché la ritiene così deludente?

“Questa legge non solo non prevede alcuna norma che possa consentire di risolvere l’atavico problema del sovraffollamento carcerario italiano, ma ha reso manifesta la “sensibilità” del nostro Governo alla tematica Carcere: basti pensare che l’unico investimento concreto riguarda l’assunzione di 1.000 agenti. A questo aggiungerei che in queste condizioni appare difficile “umanizzare” la detenzione negli istituti di pena italiani: l’unica decisione in questa direzione è l’aumento del numero di colloqui e telefonate per i soli detenuti “comuni”, una misura che tra l’altro era già prevista durante la pandemia”.

A proposito dei suicidi citati, nel 2024 è già stato raggiunto il record. Perché?

“Il crescente numero di detenuti che ha scelto di togliersi la vita in carcere è allarmante, non solo perché è indicativo del tormento quotidiano in cui sono costretti a vive, ma anche e soprattutto dell’assenza di speranza di una opportunità di una nuova vita futura dopo aver espiato la pena: non è un caso che molti detenuti hanno compiuto l’estremo gesto a pochi giorni dal fine pena. La risposta del Governo certamente non contribuisce a dare loro speranza”.

Cosa occorrerebbe, allora, per migliorare la situazione?

“Occorrerebbe investire, non solo nell’aumento della polizia penitenziaria che sicuramente è carente, ma anche nell’ammodernamento delle strutture vetuste e fatiscenti; nell’assunzione di educatori, di mediatori linguistici e culturali, di educatori sportivi, di psicologi e di sanitari, nonché nell’aumentare l’organico dei magistrati di sorveglianza. Basti pensare che ad oggi sono in tutta Italia solo 236 e hanno in carico 100 mila posizioni da vagliare”.

Se si dovesse individuare una criticità maggiore, oggi, nel sistema carcerario italiano, quale sarebbe secondo lei?

“Credo sia l’impossibilità per il detenuto di scontare una pena che miri alla effettiva rieducazione favorendone il reinserimento nella società. Così come prevede la nostra Costituzione la pena deve essere educativa e “costruttiva”. Diversamente, costituisce una forma di afflizione fine a se stessa, un sacrificio inutile (se non addirittura dannoso) del diritto alla libertà dell’individuo”.

Come si può rieducare e allo stesso tempo scontare una pena?

Investire sulla rieducazione in carcere dei delinquenti non solo è doveroso, ma se vogliamo ragionare anche in termini utilitaristici, è CONVENIENTE. Conviene non solo al singolo detenuto che avrà l’opportunità di diventare un uomo migliore, ma conviene all’intera comunità, che sarà più sicura. Solo così potranno essere restituiti alla collettività uomini e donne nuovi che hanno e soprattutto sanno di avere una possibilità. E lo strumento cardine della rieducazione è il lavoro, lo dicono i dati statistici forniti dal Ministero dell’Interno e dal Ministero della Giustizia: recidiva quasi azzerata per chi può imparare un lavoro in carcere”.

Come si possono incentivare le misure che vanno in questa direzione?

“C’è bisogno di una visione politica diversa: occorre mitigarne le condizioni e riformare in profondità le strutture, investire in figure professionali e ridimensionare le presenze ed ingressi in carcere. Temo che sia questo l’intento della legge Nordio e la volontà del Governo in generale, dal momento che ha introdotto nuove ipotesi di reato di non particolare allarme sociale, ma che prevedono la comminazione di svariati anni di carcere. Un esempio è dato dalle elevate pene per gli attivisti ambientali, gli occupanti di case, i lavoratori che bloccano la produzione, studenti che occupano o cittadini che effettuano blocchi stradali. Questa strategia ‘carcerocentrica’ non potrà che aumentare la popolazione carceraria, intasare maggiormente le celle, rendendole – se possibile – ancora più invivibili. Il risultato sarebbe di non poter avviare alcuna rieducazione del detenuto, gravando peraltro sulle tasche dei contribuenti”.

Decreto carceri legge Nordio liberazione anticipata Fonte foto: ANSA
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