Il Riesame ragiona su Chiara Petrolini e il carcere, la madre dei neonati morti assente in aula: chi deciderà
La Procura di Parma ha presentato ricorso nei confronti degli arresti domiciliari disposti per Chiara Petrolini, madre dei neonati trovati morti a Traversetolo: i giudici del Riesame potrebbero mandarla in carcere
Martedì 15 ottobre Chiara Petrolini non si è presentata all’udienza – a porte chiuse – nell’aula del Tribunale del Riesame di Bologna, in cui si è discusso l’appello presentato dalla Procura di Parma relativo alle misure di detenzione. I pm si erano detti contrari alla disposizione degli arresti domiciliari nei confronti della 21enne, madre dei neonati trovati morti a Traversetolo, chiedendo che venisse tradotta in carcere.
- Chiara Petrolini assente in Tribunale
- La richiesta della Procura di Parma
- La difesa dell'avvocato di Chiara Petrolini
- La decisione dei giudici del Riesame
Chiara Petrolini assente in Tribunale
Chiara Petrolini ha scelto di non comparire in Tribunale. Una scelta che non sorprende, visto che negli ultimi due interrogatori si era avvalsa della facoltà di non rispondere.
Secondo quanto riferito da Ansa, i giudici del Riesame chiamati alla decisione sono:
- Mazzino Barbensi
- Manuela Melloni
- Renato Poschi
All’udienza, che si è svolta a porte chiuse, c’erano anche:
- Nicola Tria, l’avvocato di Petrolini
- Francesca Arienti, pm della Procura di Parma
La richiesta della Procura di Parma
Il ricorso presentato dalla Procura di Parma, nella persona della pm Francesca Arienti, era avverso alla disposizione del giudice per le indagini preliminari (gip) di lasciare Chiara Petrolini agli arresti domiciliari, sorvegliata dai genitori.
La Procura, però, sostiene che la formula non sia adeguata proprio perché la madre e il padre stessi non si sarebbero accorti delle due gravidanze della figlia.
Le accuse nei confronti di Chiara Petrolini sono:
- omicidio volontario e occultamento del cadavere del neonato trovato il 9 agosto 2024
- soppressione del cadavere del primogenito, nato il 12 maggio 2023 e disseppellito a settembre 2024
Secondo la Procura, però, la ragazza dovrebbe essere accusata di soppressione di cadavere anche nei confronti del secondogenito, un reato più grave rispetto all’occultamento: non consiste nel nascondere un corpo, ma nell’eliminazione definitiva di questa prova madre.
La difesa dell’avvocato di Chiara Petrolini
Il legale della 21enne, Nicola Tria, ha contestato il punto di vista dei pm: “Dobbiamo dire che il mondo intorno a Chiara non si è accorto di nulla. C’è un prima e un dopo rispetto al disvelamento di questa vicenda. Questi genitori hanno riassettato la loro vita dopo questo disvelamento, in funzione di quello che hanno saputo e anche della vicenda cautelare”, ha dichiarato ripreso dall’Ansa.
L’avvocato ha poi aggiunto che non sussisterebbero né il pericolo di inquinamento delle prove né quello di fuga, tra l’altro “mai ipotizzati dalla Procura o dal Gip”.
Per questo, è la tesi di Tria, la detenzione in carcere non sarebbe necessaria, almeno per il momento: “Pensare a una pericolosità diversa di Chiara, quando negli atti non c’è niente che possa far pensare ad atti aggressivi, violenti, di tipo diverso, significa andare un po’ oltre la prognosi che di questi casi si deve fare”.
La decisione dei giudici del Riesame
I giudici del Riesame di Bologna si sono riservati la decisione: il collegio si esprimerà nei prossimi giorni sul destino di Chiara Petrolini in attesa del processo.
Se il Tribunale dovesse accogliere la richiesta della Procura, la 21enne potrebbe a sua volta ricorrere in Cassazione.