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Il governo Meloni è pronto a tagliare l'assegno unico per i figli: cosa cambia e perché. Scoppia la polemica

Il governo Meloni lavora a modifiche all'assegno unico universale per i figli, tagli in vista

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Il governo Meloni avrebbe deciso di tagliare l’assegno unico per i figli, il beneficio a sostegno delle famiglie che hanno figli varato nel 2021 dall’esecutivo Draghi riunendo tutte le precedenti misure. In vista della nuova legge di bilancio, ci sarebbero modifiche, tagli che porterebbero risorse da impiegare altrove.

Governo Meloni pronto a tagliare l’assegno unico per i figli

Secondo quanto riporta Repubblica, il governo starebbe studiando tagli all’assegno unico per i figli, una misura che secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non funzionerebbe bene.

Il piano per smontare l’assegno unico è affidato alla ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella.

L’assegno unico costa allo Stato 20 miliardi di euro e permette di avere un massimo di 200 euro per figlio. Il beneficio riguarda circa 10,1 milioni di figli e viene percepito da 6,6 milioni di famiglie.

Nei mesi scorsi la misura è costata all’Italia una procedura di infrazione europea per l’esclusione dei lavoratori mobili stranieri, il requisito dei due anni di residenza preteso nei confronti degli stranieri.

Cosa può cambiare

Secondo quanto riporta Repubblica, sarebbero due i tagli principali a cui starebbe lavorando il governo Meloni.

L’idea è quella di eliminare l’assegno da 57 euro a figlio a chi non presenta l’Isee e a chi ne ha uno al di sopra dei 45 mila euro.

Le risorse ‘liberate’ in questo modo verrebbero redistribuite e destinate ad altro.

La polemica

Intervistato da Repubblica, il presidente del Forum delle Famiglie, Adriano Bordignon, ha affermato che non è vero che l’assegno unico non funziona.

“È il primo strumento strutturale che il nostro Paese adotta nella sua storia, non va assolutamente abbandonato. Ricordo poi – ha detto – che nel 2021 fu votato da tutto l’arco parlamentare”.

Secondo Bordignon le risorse non sono un problema, ma “piuttosto un’occasione, se ci sono idee valide per spenderle. Noi proponiamo di dare l’assegno nella sua totalità anche ai figli tra 18 e 21 anni, perché oggi è dimezzato”.

Fonte foto: ANSA

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