Il cervello dei calciatori è a rischio per i colpi di testa: quali sono le conseguenze secondo lo studio
Il cervello dei calciatori è a rischio dopo ripetuti colpi di testa? È quanto riportato in uno studio della Columbia University
Il cervello dei calciatori rischia dei danni a seguito dei ripetuti colpi di testa? È quanto emergerebbe da due studi condotti dalla Columbia University, durante i quali sono state sottoposte ad esame le alterazioni cerebrali su giovani calciatori dopo una regolare attività sportiva. Sostanzialmente si tratterebbe di danni a lungo termine che si manifesterebbero soprattutto nelle capacità di lettura e nella produzione orale.
- I rischi al cervello dei calciatori
- I due studi sui colpi di testa nel dettaglio
- Lo studio svedese sulla correlazione tra Alzheimer e colpi di testa
I rischi al cervello dei calciatori
Come detto in apertura, due studi condotti dalla Columbia University dimostrerebbero che il cervello dei calciatori verrebbe esposto a dei rischi se sollecitato continuamente dai colpi di testa.
Gli studi sono stati presentati durante l’incontro annuale della Società Radiologica del Nord America che si è svolto a Chicago.
Brevemente, le sollecitazioni dei colpi di testa andrebbero ad inficiare sulla microstruttura con conseguente calo delle funzioni, specialmente nella lettura e nella scrittura.
L’esposizione prolungata a queste sollecitazione, nel peggiore dei casi, potrebbero portare a neurodegenerazione e demenza nel corso della vita.
I due studi sui colpi di testa nel dettaglio
Nello specifico, il primo studio è stato condotto su 148 soggetti, tutti calciatori dilettanti, con un’età media di 27 anni.
L’analisi è stata condotta su un arco di tempo di due anni. Gli elementi che hanno effettuato più di 1500 colpi di testa hanno riportato alterazioni in alcune aree del cervello.
Il secondo studio, invece, si è concentrato principalmente sul confine tra materia grigia e materia bianca nelle aree più superficiali – dunque più esposte alle sollecitazioni – di 353 calciatori dilettanti.
In questo caso l’analisi è stata condotta su un arco di tempo di un anno. Gli studiosi hanno constatato che nei soggetti sottoposti ad analisi, il confine tra materia grigia e bianca si è fatto più sfumato.
Secondo gli esperti, questo genere di alterazione sarebbe propria di molti disturbi cerebrali e influenzerebbe in negativo le funzioni cognitive.
Michael Lipton, coordinatore dei ricercatori, ha riferito che le alterazioni riscontrate dai colpi di testa sono simili a quelle che si notano nelle “lesioni cerebrali traumatiche lievi”, ma anche nelle “prestazioni inferiori nel campo dell’apprendimento verbale”.
Lo studio svedese sulla correlazione tra Alzheimer e colpi di testa
Nel marzo 2023 un altro studio, condotto in Svezia nel Karolinska Institutet di Stoccolma, ha dimostrato che i giocatori di movimento corrono un rischio di contrarre l’Alzheimer l’1,5 volte più alto rispetto ai colleghi con un ruolo tra i pali.
Lo studio ha dimostrato che su 6 mila giocatori esaminati, almeno il 9% avrebbe contratto il morbo di Alzheimer.