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I sintomi dell'influenza B nei bambini e negli adulti: previsto boom di casi in primavera, quanto dura

In primavera si prevede un boom di casi di influenza B soprattutto nei bambini: i sintomi per riconoscerla, come curarla e quanto dura

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

La primavera potrebbe portare in dote un picco di casi di influenza B, i cui sintomi includono febbre, mal di gola, tosse e stanchezza, con anche il rischio di complicazioni gravi per bambini e adulti. La stagione influenzale persiste quindi con un’incidenza ancora significativa, specialmente con questo ceppo del virus. Il trattamento si basa normalmente su farmaci da banco, anche se è fondamentale consultare un medico, soprattutto per i più piccoli e le persone fragili. Inoltre, anche per l’influenza B la migliore arma resta la prevenzione tramite vaccinazione, raccomandata per tutte le persone sopra i sei mesi, specialmente per anziani, donne in gravidanza e individui con condizioni di salute deboli.

Cos’è l’influenza B

L’uso comune del termine “influenza” indica un malessere generale con febbre, sintomi respiratori, dolori muscolari e articolari, talvolta anche problemi gastrointestinali.

Nonostante il calo dei casi simil-influenzali l’incidenza di questa malattia rimane ad oggi significativa, anche se non vi è è motivo di allarme. L’attenzione in questo momento particolare è rivolta ai virus di tipo B, soprattutto per quanto riguarda i bambini.


La vaccinazione per l’influenza B è raccomandata per i bambini e i pazienti fragili

Differenze fra influenza A e B

I sintomi descritti possono essere causati da vari virus, ma l’influenza vera e propria è causata dai virus Orthomixoviridae, tra cui i tipi A, B, C e D. Fra questi, sono clinicamente rilevanti per gli esseri umani solo i tipi A e B.

I virus influenzali di tipo B, con i lignaggi B/Yamagata e B/Victoria, infettano principalmente gli umani e mutano più lentamente rispetto al tipo A.

Come riconoscere i sintomi dell’influenza B

L’infezione causata da un virus influenzale di tipo B presenta sintomi tipici, tra cui febbre (anche alta), mal di gola, tosse, naso che cola, starnuti, stanchezza, dolori articolari e muscolari. In alcuni casi possono verificarsi anche dolore addominale e disturbi gastrointestinali.

Anche se meno comune, l’influenza causata dal virus di tipo B non è meno grave di quella provocata dal tipo A. Non va sottovalutata poiché può portare a complicazioni che richiedono il ricovero ospedaliero.

Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmoniti, bronchiti, difficoltà respiratorie, infiammazioni muscolari (miositi), infiammazioni cardiache (miocarditi) e sepsi.

Quanti giorni dura, come si cura e come si previene l’influenza B

Essendo un’infezione virale, l’influenza di tipo B non risponde agli antibiotici, ma i sintomi possono essere alleviati con farmaci da banco come antipiretici e antinfiammatori.

Di solito, i sintomi migliorano e scompaiono entro 7-10 giorni. È importante consultare il pediatra o il medico di famiglia, soprattutto in presenza di febbre alta, nei bambini piccoli e nelle persone fragili, per ricevere la terapia più adatta.

Oltre alle precauzioni igieniche, la vaccinazione è essenziale per prevenire l’influenza. In Italia, sono disponibili vaccini antinfluenzali quadrivalenti che coprono due ceppi di tipo A e due di tipo B.

La vaccinazione è gratuita e raccomandata a partire da ottobre per le persone più vulnerabili, come anziani, donne in gravidanza, e coloro con condizioni cliniche preesistenti. Può essere molto pericolosa per i bambini, portando in alcuni casi anche al decesso del giovane paziente.

Fonte foto: iStock

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