Guerra Ucraina, Putin gela l'Occidente. E da Mosca fanno spuntare la questione "Cosa Nostra e `Ndrangheta"
Putin e altre personalità di spicco russe tuonano sull'Occidente e sull'Italia: alta tensione
Non tende a calare la tensione tra la Russia e l’Occidente. Vladimir Putin, nelle scorse ore, in un’intervista rilasciata a Rossiya-1, ha usato una metafora tanto ‘plastica’ quanto dura per criticare ferocemente la scelta degli Usa di fornire armi a Kiev. Poco prima, a esternare dichiarazioni caustiche, stavolta contro l’Italia, ci ha pensato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, che ha fatto del sarcasmo facendo trapelare questioni relative a “Cosa Nostra” e alla “`Ndrangheta”.
- Putin: "Stiamo schiacciando come noci le armi inviate all'Ucraina"
- Russia-Ucraina, nessuno spazio per i negoziati al momento
- Lavrov: "C'è il rischio che il conflitto si allarghi a Paesi terzi"
- Medvedev cita Cosa Nostra e la `Ndrangheta
Putin: “Stiamo schiacciando come noci le armi inviate all’Ucraina”
Le armi americane all’Ucraina? “Stiamo schiacciando come noci i loro sistemi di difesa aerea”. Così Putin che ha aggiunto: “Ne abbiamo distrutte decine” ha aggiunto Putin.
I missili inviati dagli Usa all’Ucraina sono “esattamente quello di cui hanno bisogno per resistere all’aggressione russa”. Queste armi, ha dichiarato il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Fines, “permetteranno agli ucraini di colpire con precisione obiettivi russi nel campo di battaglia”. “Noi pensiamo che questo corrisponda alle loro esigenze” ha ripetuto Finer parlando del sistema missilistico Himars che consente lanci fino a 80 chilometri.
Russia-Ucraina, nessuno spazio per i negoziati al momento
Nel frattempo, tra un proclama e l’altro, la guerra continua. I negoziati per il cessate il fuoco sono in alto mare. I colloqui con la Russia potranno procedere solo dopo che nuove armi saranno arrivate a Kiev e la posizione dell’Ucraina si sarà “rafforzata”. Sono le ‘condizioni’ poste da David Arakhamia, componente del team negoziale ucraino: “Al momento non vedo ragioni per avviare altri negoziati, fino a quando non ci sarà realmente qualche grande cambiamento al fronte”.
Ha poi parlato di una situazione in cui si fa “un passo avanti e due indietro” al fronte. “I negoziati devono continuare – ha sottolineato sempre Arakhamia- quando la nostra posizione negoziale si sarà rafforzata. E al momento può essere rafforzata” se le armi “costantemente promesse dai partner internazionali alla fine arriveranno in quantità sufficienti”.
Lavrov: “C’è il rischio che il conflitto si allarghi a Paesi terzi”
La questione delle armi, secondo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, può portare a un allargamento della guerra. “Un rischio del genere (di coinvolgimento di Paesi terzi, ndr) certamente esiste – ha detto Lavrov -. Quello che il regime di Kiev sta chiedendo in modo così categorico ai suoi padrini occidentali anzitutto supera tutti i limiti della decenza e della comunicazione diplomatica e, secondo, è una provocazione diretta tesa a coinvolgere l’Occidente nell’azione militare”.
Medvedev cita Cosa Nostra e la `Ndrangheta
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev ha invece tuonato sulle sanzioni inflitte a Mosca, ritenendole “illegittime”. In particolare, riferendosi a quelle contro i familiari dei politici russi, ha fatto un paragone con i metodi mafiosi.
“Sono doppiamente illegali – ha dichiarato Medvedev -. Non solo statisti o deputati ma anche le famiglie, che non sono in alcun modo in grado di influenzare i loro parenti, sarebbero responsabili delle mitiche violazioni inventate da loro”.
Con sarcasmo ha aggiunto che l’Occidente potrebbe abbracciare “anche altre regole familiari progressiste: per esempio, ci sono molte cose utili nei modi della `Ndrangheta e di Cosa Nostra italiane”.