Governo difende Mara Venier e insorge contro Ghali, Fazio stuzzica la Rai: cantante ospite a Che tempo che fa
L'appello di Ghali sul genocidio a Gaza accende la discussione e da Sanremo 2024 si passa allo scontro politico, con tweet al veleno e comunicati. E Fazio annuncia il cantante come ospite a Che tempo che fa
“Stop al genocidio”. Con tre semplici parole pronunciate sul palco del Festival di Sanremo 2024 nella finale di sabato 10 febbraio, Ghali – che ha chiuso la kermesse al quarto posto – ha scatenato l’ira della comunità ebraica, poi della Rai e infine del Governo Meloni. Tutto è partito dal tweet dell’ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, culminando con uno scontro politico nella tv di Stato – corsa ai ripari con un comunicato dell’ad Roberto Sergio letto da Mara Venier a Domenica In l’11 febbraio – e poi con attacchi e controattacchi tra maggioranza e opposizione. Fino alla mossa di Fabio Fazio, che lunedì 12 ha annunciato Ghali come ospite nella prossima puntata di Che tempo che fa, lanciando l’ennesimo guanto di sfida alla sua ex azienda.
- La frase di Ghali
- La polemica scoppiata a Domenica In con Ghali e Dargen D'Amico
- Il comunicato della Rai letto da Mara Venier
- Lo scontro tra Governo Meloni e opposizione
- L'esposto in Procura contro la Rai
- La mossa di Fabio Fazio: Ghali ospite a Che tempo che fa
La frase di Ghali
Dopo l’esibizione di Ghali durante la finale di Sanremo 2024, il cantante ha dato vita a un siparietto con il suo alieno, ossia Rich Ciolino, al termine del quale ha lanciato il suo appello: “Stop al genocidio“, riferendosi alla situazione a Gaza, con la Striscia rivendicata dalla Palestina ma finita ancor di più sotto assedio dopo la rappresaglia di Hamas nei kibbutz israeliani del 7 ottobre.
Il video su RaiPlay è stato tagliato senza includere i ringraziamenti finali e l’appello, per poi ricomparire integralmente dopo le polemiche.
La polemica scoppiata a Domenica In con Ghali e Dargen D’Amico
Come da tradizione, il giorno dopo la finale del Festival di Sanremo 2024 tutti i cantanti sono stati ospiti di Mara Venier a Domenica In.
Sia Dargen D’Amico – anche lui politicamente attivo durante la kermesse con la sua Onda alta e i suoi messaggi contro la guerra e contro il massacro di bambini innocenti – sia Ghali si sono ripresentati quindi davanti alle telecamere Rai. Poche ore prima della messa in onda del programma domenicale, precisamente alle 10:25 del mattino, l’ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, ha pubblicato un tweet contro Sanrem0 2024:
Soprattutto Ghali, incalzato dai giornalisti presenti in trasmissione, è tornato sul suo appello lanciato al Festival: “Io sono un musicista ed è da quando sono bambino che parlo di quel che sta succedendo lì, non dal 7 ottobre, questa cosa va avanti già da un po’. La gente ha sempre più paura, il fatto che lui dica così (riferendosi all’ambasciatore Alon Bar, ndr) non va bene, perché continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire ‘stop alla guerra‘ e ‘stop al genocidio’, perché stiamo vivendo in un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono ‘viva la pace‘, assurdo. Non deve succedere questo”.
Poi è toccato a Dargen D’Amico scatenare il panico, rispondendo ancora una volta ai giornalisti presenti all’Ariston: “Quello che gli immigrati immettono nelle casse dello Stato per pagarci le pensioni è più di quello che spendiamo per l’accoglienza. Queste sono statistiche che andrebbero raccontate”.
Mara Venier ha provato a riportare la discussione sullo spettacolo, “qui è una festa, parliamo di musica”, con la replica del cantante: “Quando mi fanno una domanda non riesco a non rispondere”.
Dargen D’Amico è stato poi accompagnato fuori, con la conduttrice che ha replicato così: “Non devi scusarti. È che sono domande importanti e a cui bisogna rispondere in maniera dettagliata, ma oggi il tempo non ce lo abbiamo”. Per poi rivolgersi ai giornalisti, a microfono aperto, “mi mettete in imbarazzo, non vi faccio tornare più“.
Il comunicato della Rai letto da Mara Venier
Sintomo dell’agitazione interna alla Rai, il comunicato dell’ad Roberto Sergio, letto proprio da Mara Venier.
“Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano, e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini, del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. La conduttrice ha poi aggiunto che “sono parole che ovviamente condividiamo tutti”, scatenando l’ira degli utenti sui social (a tal punto da dover bloccare i commenti sul suo profilo Instagram, vista la mole di critiche e insulti):
Lo scontro tra Governo Meloni e opposizione
Poi lo scontro si è spostato sul piano politico.
Tra i primi a esporsi il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia, componente della vigilanza Rai: “Il comunicato è tardivo e insufficiente. L’ambasciatore ha ragione, bisognava ricordare quel massacro del 7 ottobre, una pagina assimilabile all’Olocausto, fatta Hamas, islamici fondamentalisti”.
Poi Babrara Floridia, senatrice M5S presidente della commissione vigilanza Rai:
“Ciascun artista deve essere e sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni, nel rispetto di tutti. Così ha fatto Ghali, così hanno fatto altri artisti sui temi più diversi e attraverso le proprie canzoni. Amadeus e la Rai hanno garantito questa libertà e gliene va dato atto. Nessuna pressione esterna può limitare la libera espressione delle opinioni di ciascuno, tanto più sul servizio pubblico. La Rai ha sempre seguito e dato ampio spazio alla tragedia del 7 ottobre e ha sempre ricordato gli ostaggi israeliani nei suoi spazi informativi e di approfondimento e bene ha fatto l’amministratore delegato della Rai a esprimere solidarietà nei confronti di Israele, ma il suo ruolo – a differenza di quello di un artista – gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto“.
Contro Roberto Sergio, anche il Pd con il deputato Emiliano Fossi: “TeleMeloni ha colpito ancora. È andato in scena, in diretta nazionale e nel palco più famoso d’Italia, forse uno dei momenti più bassi della Rai, diventata il megafono del Governo. Sergio dovrebbe dimettersi, perché un servizio pubblico che rinnega la verità, la libertà di informazione e, soprattutto, la pace, non lo si può più definire tale”.
Una questione esplosa, tanto da spingere all’intervento persino il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha di fatto criticato Ghali e Sanremo 2024 perché “i messaggi devono essere sempre equidistanti. È mancato nella prima giornata un messaggio a tutela degli ostaggi. Ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione“. E ancora, come riportato dall’Ansa: “Ci sono vittime innocenti tra la popolazione civile palestinese. E l’abbiamo detto fin dall’inizio a Israele che non si può fare una carneficina, che non ha nulla a che vedere con l’olocausto. Sono contrario alla parola olocausto, ma non si può fare una carneficina. Ma Hamas deve liberare immediatamente gli ostaggi”.
Sul tema, poi, si è espresso anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, decisamente critico: “Un Festival con una punta dolorosa, quella di essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Quello è l’elemento peggiore: o non entri sul tema o, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata. Non puoi affidare il tema a un cantante che pronuncia una frase a senso unico. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c’è il dovere di chi conduce di equilibrare“.
L’esposto in Procura contro la Rai
Lunedì 12 febbraio l’avvocato Sergio Pisani ha firmato un esposto presentato alla Procura di Roma con il quale chiede accertamenti sulla vicenda che, a suo parere, “costituisce propaganda da cui deriva un concreto pericolo di diffusione di idee che si fondano sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra in atto così come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale”.
Esposto presentato proprio in relazione al comunicato dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio: “Quanto accaduto è di una gravità estrema in quanto dimostra la volontà della televisione pubblica di mettere il bavaglio e censurare chi intenda condannare a viso aperto la violenza senza precedenti che Israele ha scatenato dopo il 7 ottobre sulla popolazione di Gaza, con decine di migliaia di morti, molti dei quali bambini”.
La mossa di Fabio Fazio: Ghali ospite a Che tempo che fa
Pronto a far man bassa di ascolti, sfruttando il momento, Fabio Fazio.
Il conduttore di Che tempo che fa, infatti, ha annunciato Ghali come ospite nella prossima puntata della trasmissione, domenica 18 febbraio.