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Governo contro la legge sul salario minimo a 9 euro proposta da Conte: spunta l'emendamento per affossarla

Da sempre critico sul salario minimo, il centrodestra ha fatto la mossa definitiva per affossare la legge con la presentazione di un emendamento

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

È partita la carica della maggioranza contro il salario minimo. Il centrodestra ha depositato in commissione Lavoro alla Camera un emendamento volto a sopprimere la proposta di legge.

Salario minimo: il centrodestra è contro

Il termine per la presentazione degli emendamenti scadeva alle 12:00 di venerdì 14 luglio.

Fra centrodestra e centrosinistra si registra uno scambio di accuse reciproche.

La maggioranza sostiene che le opposizioni abbiano presentato un’istanza frettolosa senza offrire spazi di discussione su un tema di grande complessità.

E le opposizioni accusano il governo di remare  contro gli interessi degli italiani.

Secondo fonti della maggioranza citate dal Corriere della Sera il centrodestra si sarebbe sentito costretto a presentare l’emendamento sul salario unico in mancanza di “una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre”.

La maggioranza dunque si sarebbe orientata a dare priorità “ai provvedimenti che hanno già dato i loro frutti, come il taglio del cuneo e il dl Lavoro“.

“Il tema dei salari – viene aggiunto – è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentaliinattuabili“.

D’altra parte recentemente la stessa Giorgia Meloni si è detta contraria al salario minimo, proposta che infiamma il dibattito politico da mesi.

Salario minimo: come funziona

La proposta di legge sul salario minimo, avanzata dai partiti di opposizione con l’eccezione di Italia Viva, consiste in una retribuzione oraria non inferiore ai 9 euro lordi.

Viene inoltre garantito a tutti i lavoratori dipendenti, e anche a chi abbia un contratto di collaborazione, un trattamento economico almeno pari a quello previsto dai contratti collettivi.

L’Istat calcola che l’applicazione della misura si tradurrebbe in aumenti medi di 804 euro per 3,6 milioni di rapporti di lavoro.

Opposizione all’attacco sul salario minimo

Il Partito democratico va all’attacco: “Non ce n’era bisogno perché lo sapevamo già ma l’emendamento depositato alla Camera dal centrodestra per la soppressione della proposta di legge sul salario minimo certifica che la destra italiana è contro la dignità del lavoro e contro i poveri“, dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

“Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo”, dichiara la segretaria del Pd, Elly Schlein.

“Stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione?”

“Dietro quelle retribuzioni da fame – continua la Schlein – ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari.

Non è da meno il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte: “Blaterano di ‘patriottismo’ ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi“.

“Non a favore degli italiani che – due su tre – chiedono un salario minimo legale. Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani“, conclude Conte.

Fonte foto: ANSA

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