Giudice del processo per stupro contro Ciro Grillo trasferito: udienza a rischio, sorpresa Giulia Bongiorno
Uno dei tre giudici del collegio di Tempio Pausania ha ottenuto il trasferimento, una notizia che potrebbe fare ricominciare il processo da capo
Rischia di dover ripartire da capo il processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Uno dei tre giudici del collegio, Nicola Bonante, ha ottenuto il trasferimento al Tribunale di Bari e se non dovesse ricevere l’applicazione al dibattimento fino alla fine del processo, il caso potrebbe essere ridiscusso da zero. La decisione spetta al Consiglio superiore della magistratura e al ministero della Giustizia, ma intanto, come riportato da ‘Adnkronos’ l’avvocato Giulia Bongiorno, che rappresenta la presunta vittima, è rimasta spiazzata da questa possibilità.
La reazione dell’avvocato Bongiorno
La notizia arriva a pochi giorni da una nuova udienza in programma nell’aula del Tribunale di Tempio Pausania il 10 luglio, quando dovrebbero essere analizzati i circa 40 terabyte di dati tra foto, chat, video, scambi di messaggi e tabulati telefonici estrapolati dal consulente informatico della Procura, insieme a quelli degli esperti nominati dalla difesa e dalle parti civili.
Il Tribunale di Tempio Pausania dove è in corso il processo
“Non ne sapevamo nulla” ha detto presa in contropiede Giulia Bongiorno, legale della ragazza italo-norvegese che quattro anni fa avrebbe subito la violenza sessuale da parte del gruppo in Costa Smeralda.
Il caso
La ragazza, all’epoca 19enne, è stata sentita più volte dagli inquirenti, ai quali ha riportato i dettagli di ciò che accadde quella notte del 16 luglio 2019 nella villa in Costa Smeralda di Beppe Grillo.
La presunta vittima ha detto di essere stata costretta a un rapporto sessuale con uno dei ragazzi e poi essere stata violentata anche dagli altri tre per “cinque o sei volte”.
Dal canto loro, i tre quattro ragazzi hanno sempre respinto le accuse raccontando che il rapporto di gruppo con la giovane fosse “consenziente”.
L’accusa
Una tesi contrapposta a quella dell’accusa, rappresentata in aula dal procuratore Gregorio Capasso, secondo il quale la studentessa sarebbe stata “costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro giovani indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento.
Le indagini chiuse per due volte avrebbero accertato che la “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti” sessuali.
Sentita dai pm durante le indagini ma anche al processo, la madre di Ciro Grillo e moglie del comico genovese Parvin Tadjik, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumato lo stupro, dicendo di non essersi accorta di niente.