Giovanni Sasso morto a Cellole: rimprovera 17enne che getta gusci di arachidi, sbatte la testa dopo la spinta
Giovanni Sasso è morto a seguito della ferita riportata al cranio nella lite per futili motivi con un 17enne
Morto per un rimprovero. È quanto accaduto a Giovanni Sasso, imprenditore di 48 anni residente a Cellole, in provincia di Caserta. Aveva ripreso un giovane che aveva gettato a terra i gusci di alcune arachidi che stava mangiando. Spinto a terra, l’uomo ha sbattuto la testa e una frattura alla base del cranio gli è stata fatale. Lascia moglie e tre figli.
La lite con il 17enne e la spinta
I fatti risalgono a venerdì 9 giugno. A Cellole, provincia di Caserta, un ragazzo sta uscendo dal negozio di un barbiere in compagnia dello zio, mangiando arachidi e buttandone i gusci per terra.
I due passano davanti al concessionario di Giovanni Sasso e la moglie dell’imprenditore li redarguisce, dicendo loro di non lasciar cadere i gusci sulla strada. Nipote e zio reagiscono male, ne scoppia un diverbio.
Sasso se ne accorge immediatamente, e accorre in aiuto della moglie, finendo in mezzo a quella che è ormai diventata una lite. Il giovane lo avrebbe aggredito e poi spinto, facendolo cadere. L’uomo però non si sarebbe più rialzato.
Il ricovero in ospedale
Spaventata da quanto accaduto, la moglie di Giovanni Sasso chiama immediatamente i soccorsi. L’uomo viene portato alla clinica Pineta Grande, di Castel Volturno, dove subito le sue condizioni appaiono serie.
Tra le prime persone accorse ad aiutare l’imprenditore c’era il padre del ragazzo che ha causato la caduta, poi rivelatasi fatale, chiamato al telefono proprio dal figlio. Il ricovero in ospedale di Sasso è durato ben dieci giorni, fino alla morte avvenuta il 19 giugno
La morte di Giovanni Sasso
L’intera cittadina di Cellole è sconvolta dall’accaduto. Sia i conoscenti di Giovanni Sasso che quelli del 17enne che ne avrebbe causato la morte sono increduli.
Il sindaco del paese ha espresso il proprio cordoglio: “Giovanni era un ragazzo pieno di vita. Ogni parola è superflua davanti ad una tragedia del genere. Meglio meditare in silenzio, nel dolore e nel rispetto. E’ difficile da comprendere. E’ impossibile da accettare”.
Nel frattempo la magistratura ha aperto un’inchiesta, che ora potrebbe trasformarsi da un’ipotesi di lesioni personali in un reato più grave, tra l’omicidio preterintenzionale e quello colposo.