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Giancarlo Galan confessa a Report le bugie sul caso Ruby per salvare Silvio Berlusconi: "Gli dovevo tutto"

L'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan ha dichiarato in un'intervista a Report di aver detto il falso sul caso Ruby per aiutare Silvio Berlusconi

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

L’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan ha ammesso in Tv di aver dichiarato il falso per proteggere Silvio Berlusconi sul caso Ruby. “Certo, ho fatto falsa testimonianza” ha dichiarato in un’intervista a Report il due volte ministro con il Cavaliere al Governo, oggi lontano dalla politica dopo aver scontato la pena in seguito all’accusa di corruzione sullo scandalo tangenti del Mose.

L’intervista di Report

Galan è stato interpellato nel servizio di Luca Bertazzoni sulla riforma della Giustizia messa in atto dal ministro Carlo Nordio, che l’ex presidente del Veneto si è trovato di fronte come pm proprio nel caso Mose, quando l’attuale Guardasigilli era procuratore aggiunto a Venezia.

“Io non sono mai stato interrogato” ha affermato l’ex parlamentare di Forza Italia, sostenendo di non aver mai avuto la possibilità di difendersi e puntando il dito contro il ministro della Giustizia che, a suo dire, non l’avrebbe ascoltato per evitare che potesse fare nomi.

Giancarlo Galan nel 2014 in conferenza stampa per presentare le sue memorie difensive sul caso Mose

Giancarlo Galan sul caso Ruby

Per l’inchiesta sugli appalti del Mose, Giancarlo Galan ha ribadito di aver pensato al suicidio e di essere stato spinto a patteggiare la pena di due anni e 10 mesi: “Avevo una figlia di 7 anni – ha raccontato – Mi è stato detto apertamente che, se io non avessi patteggiato, loro avrebbero chiesto per me il giudizio immediato con cui avrebbero potuto trattenermi in carcere e in galera altri 6 mesi fino ad arrivare alla sentenza. Mi avrebbero certamente condannato e quindi sarei rimasto dentro, avrei cominciato a scontare la pena. E di fronte a questo uno che cosa può fare? Dà qua che firmo”.

Nell’intervista a Report, l’ex governatore ha affermato che se fosse stato interrogato avrebbe “certamente” fatto dei nomi e avrebbe spiegato ai magistrati “forse qualcosa di interessante“, ma ad indurlo al patteggiamento sarebbe stato l’avvocato personale di Berlusconi, Nicolò Ghedini, “perché serviva un capro espiatorio che non coinvolgesse i vertici romani”.

“E quindi era meglio tacitare tutto” ha spiegato ancora Galan, sottolineando come quello fosse “anche il periodo in cui Berlusconi aveva il problema di Ruby…”.

L’aiuto a Silvio Berlusconi

Alla domanda di Luca Bertazzoni se avesse mai aiutato l’ex premier sul caso Ruby, l’ex ministro ha risposto candidamente “certo! Ho fatto falsa testimonianza“.

Come spiegato dallo stesso Galan durante l’intervista, non è la prima volta che ammette di aver dichiarato il falso ai magistrati e di averlo detto apertamente anche alla pm Ilda Bocassini, “stralunata, che mi dice: ‘Ministro, ma…'”.

“Ho detto che ho sentito Berlusconi parlare con Mubarak di una certa Ruby che invece che egiziana era marocchina e io ho detto questo. Non era vero niente” ha detto l’ex deputato di Forza Italia “perché era Berlusconi, perché era l’uomo a cui io dovevo tutto nella vita”.

“Ha trattato meglio le olgettine che non uno che ha lavorato 37 anni per lui”, ha concluso Giancarlo Galan, ricordando i 200mila euro ricevuti dal Cavaliere in seguito ai suoi guai giudiziari.

Fonte foto: ANSA

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