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Giallo di Ponza, incidente o omicidio? A Le Iene l'ipotesi alternativa sulla morte di Gianmarco Pozzi

La morte di Gianmarco Pozzi nell'isola di Ponza è ancora oggi un mistero: sul caso resta aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Era la mattina del 9 agosto 2020 quando Gianmarco Pozzi veniva ritrovato senza vita sull’isola di Ponza, nel mar Tirreno centrale. Lavorava lì in qualità di addetto alla sicurezza di una discoteca. Ex campione di kickboxing, era residente a Frascati, in provincia di Roma, e aveva 28 anni.

Secondo le prime ricostruzioni si trattò di un tragico incidente, ma la famiglia è sempre stata convinta che il ragazzo sia stato ucciso. Del caso se ne sono occupate Le Iene in uno speciale condotto da Giulio Golia e scritto da Francesca Di Stefano, con l’obiettivo di fare luce su tutto ciò che ancora oggi non torna.

L’ipotesi della caduta accidentale

Il corpo di Gianmarco Pozzi fu ritrovato nel giardino di una villetta di Ponza, a poca distanza dalla spiaggia di Santa Maria.

L’isola di Ponza, dove nel 2020 è morto Gianmarco Pozzi

Dalle prime indagini emerse che mentre il 28enne camminava su un terrazzamento per andare al mare perse l’equilibrio, finendo giù nel giardino della casa dopo un volo di tre metri.

Per la consulente incaricata dai pm titolari del caso, le lesioni sul cadavere erano compatibili proprio con una caduta dall’alto.

Inoltre dalle analisi tossicologiche condotte il ragazzo si sarebbe trovato in una condizione di intossicazione acuta da cocaina, che avrebbe potuto contribuire a fargli perdere l’equilibrio.

La perizia di parte

I genitori del 28enne non hanno mai ritenuto credibile l’ipotesi della morte accidentale.

Secondo una perizia di parte, i cui risultati hanno portato alla riapertura delle indagini, prima di cadere dal terrazzamento Gianmarco Pozzi ha subito una violenta aggressione.

A provarlo sarebbero alcune delle lesioni, contusioni ed ecchimosi rinvenute sul corpo, non giustificabili da una caduta dall’alto. Come anche vari tagli e il segno di una corda intorno alla vita.

A detta dell’avvocato della famiglia, il ragazzo sarebbe stato spinto dopo essere stato brutalmente aggredito e non ci sarebbero evidenze scientifiche che sia morto come indicato dall’iniziale ricostruzione dei fatti.

Il traffico di droga e l’ipotesi pestaggio

Come raccontato da Le Iene, che sono riuscite a raccogliere testimonianze esclusive e contenuti inediti, l’oscura vicenda si intreccerebbe con il traffico di droga sull’isola di Ponza.

Lo scorso 22 maggio i carabinieri della compagnia di Formia hanno arrestato otto persone con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti tra Roma, Napoli e l’isola del mar Tirreno centrale. Il nome di Gianmarco Pozzi sarebbe comparso nelle intercettazioni di alcune delle persone coinvolte.

Tra le ipotesi c’è anche quella che il 28enne facesse da bodyguard a un suo datore di lavoro, preoccupato per possibili ritorsioni a causa di debiti di droga non pagati. Non si esclude che il 28enne sia stato picchiato e ucciso nell’ambito di una spedizione punitiva.

Ad oggi resta aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario. La procura continua a indagare per capire se Pozzi sia stato spinto da qualcuno o se sia davvero caduto accidentalmente, e per accertare i presunti legami col traffico di droga.

 

Fonte foto: IPA

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